Joel Pohjanpalo, Palermo (Imago)
L’attaccante finlandese è entrato già nel cuore dei tifosi rosanero.
In una sola parola: impatto. Non c’è concetto migliore per descrivere le prime settimane di Joel Pohjanpalo con la maglia del Palermo. Due gol e tre assist in altrettante partite. Rimasto a secco a La Spezia, l’ex Venezia si è poi sbloccato al Renzo Barbera contro il Mantova e segnato oggi la rete che ha ipotecato la vittoria contro il Cosenza (la prima su azione).
Doveva essere l’acquisto della Serie B, e per ora il gigante finlandese sta rispettando le attese. Contro il Mantova ha prima appoggiato dolcemente il pallone per il destro di Verre sotto l’incrocio dei pali e poi segnato il calcio di rigore gentilmente lasciato da Brunori, rigorista designato.
In quel match contro i lombardi, anche un palo colpito di testa e un tiro di controbalzo che aveva chiamato Festa a una super parata. Pohjanpalo è già entrato nel cuore dei palermitani. Gli sono bastati 90 minuti per far capire alla piazza di che pasta è fatto. C’è un motivo se, come raccontato dal direttore sportivo Carlo Osti ai microfoni del club, “all’inizio il Venezia non voleva cederlo“.
Ma la vita è un libro di capitoli che vanno chiusi, a volte. Prima di riaprirne altri. Dalle lacrime dopo l’addio al Venezia, ai sorrisi che sanno di consapevolezza e autostima in se stesso. Centottanta minuti per iscriversi (di nuovo) al campionato di Serie B. Un terreno fertile in cui non aveva esattamente sfigurato negli anni trascorsi tra gondole e canali. Tradotto, dati alla mano: 48 gol e 12 assist, nel mezzo una promozione in Serie A con gli arancioneroverdi.
Il successo a Cosenza (0-3) ha detto che il Palermo resta attaccato al treno playoff e si allontana dalla zona “infernale” dei playout. Ma più che in termini di classifica, la vittoria in Calabria va letta in altra chiave. La copertina se l’è presa infatti Pohjanpalo, autore del gol che ha chiuso la sfida con un Cosenza sempre più ultimo in classifica, e dell’ennesima prestazione da attaccante vero. Da Nord a Sud, da Palazzo Ducale al Teatro Massimo, dal Penzo al Renzo Barbera. Il fattore x resta sempre il biondo nato a Helsinki.
Con tre bonus in zona gol (due reti e un assist) in altrettante partite giocate, il Palermo esce da Cosenza con poche certezze nonostante i tre punti: una a che fare col peso che il finlandese può avere da qui a fine stagione, post season eventualmente compresa. Leader silenzioso, già integrato perfettamente in una realtà tanto importante quanto difficile: Palermo, e le responsabilità che porta con se. Nonostante sia stato per distacco l’acquisto copertina della categoria, a sorprendere è l’umiltà di un “omone” alto 1,86, che oggi ha lasciato il calcio di rigore a Matteo Brunori. Quasi a ricambiare il favore a un settimana di distanza. Dettagli, forse, di una coppia già in piena sintonia.
Il Palermo torna alla vittoria in trasferta quasi 5 mesi dopo. L’ultima volta, era successo a Bolzano contro il Sudtirol. Lo ha fatto nel segno di Pohjanpalo, che nel primo tempo ha creato le occasioni migliori prima di chiudere il match con la rete dello 0-3. La ciliegina sulla torta è l’applauso che il Marulla gli ha tributato all’uscita dal campo. Lui ha risposto e ringraziato il pubblico di casa. Un gesto sempre più raro, soprattutto in Serie B. Se lo gode il Palermo, che si mette sulle sue spalle per risalire in classifica ed entrare di nuovo dentro la griglia playoff.
Impatto, dicevamo. Il “titolo” che chiude i primi passi dell’esperienza di Pohjanpalo in rosanero. Nemmeno a Venezia, dove la gente ha pianto nel giorno del suo addio, aveva cominciato così bene. Allora furono due gli assist e uno solo il gol nelle prime 6 giornate. Il secondo gol arrivò addirittura alla dodicesima presenza. Prima dell’esplosione e dei restanti 17 gol in un’annata indimenticabile. Lo scorso anno, le reti furono 22, 4 gli assist. Non sarà “U picciriddu”, nomignolo con cui i tifosi si inginocchiavano alle magie di Dybala. Anche perché, Pohjanpalo, è tutto tranne che “un piccoletto”. Ma in città c’è un nuovo idolo, e nessuno può equivocare: la Serie B passa dal “vichingo”.
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