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Caso Pogba, controanalisi positive. Che succede ora? Tutti gli scenari

Il ritorno di Paul Pogba a Torino è stato tutt’altro che semplice. Il centrocampista francese non ha mai giocato con continuità a causa dei tanti problemi fisici, uno su tutti quello al ginocchio della prima stagione al ritorno in bianconero. Quest’anno sembrava potesse riprendere a giocare con regolarità ma, lo scorso 20 agosto, il test antidoping effettuato dopo Udinese-Juventus (nella quale Pogba non ha giocato), ha dato esito “non negativo” con tracce di metaboliti del testosterone di origine non endogena presenti nel campione dell’ex United.

 

Caso Pogba, arrivate le controanalisi: come funziona

Juventus Football Club comunica che in data odierna il calciatore Paul Labile Pogba ha ricevuto, da parte del Tribunale Nazionale Antidoping, il provvedimento di sospensione cautelare a seguito dell’esito avverso alle analisi effettuate in data 20 agosto 2023. La Società si riserva di valutare i prossimi passaggi procedurali“, aveva scritto la Juventus nel comunicato post positività del francese che, al contrario del club, non ha mai commentato l’accaduto.

Giovedì 5 ottobre a Roma, quindi, alla presenza degli avvocati di Pogba e dei suoi periti, è statoesaminato il campione B (conservato e sigillato nella Capitale dalla Federazione Medico Sportiva Italiana). L’esito è positivo come da comunicazione arrivata il 6 ottobre.

 

Confermata positività Pogba, che succede adesso? Tutti gli scenari

Si aprirà, ora, il fronte giudiziario sportivo in cui se dovesse essere riscontrata una volontarietà del fatto, ci sarebbe una squalifica fino a 4 anni. Se invece dovesse essere ritenuto involontario, si arriverebbe a una squalifica di 2 anni. 

C’è però anche l’ipotesi di un patteggiamento con una proposta di sanzione e uno sconto comunque non superiore al 50% della richiesta della Procura: in caso dovesse essere di 4 anni, per esempio, la squalifica potrebbe essere di 24 mesi.

  

L’ultima ipotesi sarebbe quella dello scontro legale. Si andrebbe prima davanti al Tribunale Nazionale Antidoping e poi dal Tas in sede di appello. Su richiesta del giocatore, comunque, ci sarebbe anche la possibilità di udienza unica davanti al Tas, in caso Wada e Nado Italia siano d’accordo.

Redazione

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