Alessandro Plizzari (IMAGO)
La promozione in B conquistata con il Pescara, le lacrime in campo scacciando via i brutti ricordi: Alessandro Plizzari è l’eroe biancazzurro coi guantoni
È bastata una serata per scacciare via i brutti pensieri. Del resto, la vita del portiere è fatta così: una vita a difendere la porta da quel gol, poi, “l’errore”. Sono bastati 90 minuti però – o poco più – e 3 rigori parati per dimenticare il passato.
Vicenza-Reggina, 22 dicembre 2020. Campionato di Serie B. Marco Baroni sulla panchina amaranto, Di Carlo su quella dei vicentini. Punteggio sull’1-0 per i reggini, minuto 59. Un lancio lungo da parte di Grandi – portiere del Vicenza – a pescare Longo in attacco. Plizzari calcola male l’uscita, lascia la porta sguarnita. È 1-1. Baroni commentò così nel post-gara: “Chi è in difficoltà va aiutato e non accusato. Si sbaglia tutti insieme e non intendo analizzare il singolo episodio”. Questo fu però il secondo errore in pochi giorni. Prima infatti ci fu quello contro il Cittadella: malinteso in un’uscita con l’ex Reggina Stavropoulos. Proia non può sbagliare per il momentaneo 2 (poi diventato 3) a 1.
Da lì, il buio. Diversi insulti social lo costrinsero a chiudere e limitare i commenti sul profilo Instagram. Gli oltraggi ricevuti via messaggio a lui e alla famiglia. Il periodo più difficile della vita di Alessandro.
Pescara per rinascere, per cancellare il passato. Tingendosi di biancazzurro. Plizzari è l’eroe (ri)nato delfino che ha portato gli uomini di Baldini in B.
Vivere con una etichetta non è mai facile, specie se questa ha il peso di chi adesso difende i pali della Nazionale. Cresciuto col mito di Buffon come ogni bambino con i guantoni tra le mani, ma “Mi chiamavano Gigio” sarebbe stato il titolo perfetto per il film di Alessandro Plizzari: “Dietro Donnarumma c’è un altro portiere che mi dicono sia altrettanto bravo, di un anno più giovane: Alessandro Plizzari”. Così dichiarò Silvio Berlusconi qualche anno fa. Già, classe 2000. Nelle giovanili rossonere proprio come Gigio. Ma essere paragonato a “uno dei portieri più forti del mondo” non gli è mai piaciuto. Del resto, è solo Alessandro. “Da un lato è un paragone bellissimo, dall’altro vorrei fare il mio percorso“.
Il paragone era grosso, ma c’era solo una sottile differenza tra lui e Donnarumma: Plizzari non giocò mai per la maglia del Milan, nonostante le diverse convocazioni in Serie A. Diversi prestiti in giro per l’Italia con l’ago della bussola sempre orientato fuori i confini di Milano. Tra Terni, Livorno, Lecce e Reggio Calabria. Già, proprio la città dove Alessandro affrontò il periodo più complicato della sua vita. Bastava però tingersi di biancazzurro per tornare a rinascere.
Era il luglio del 2022 quando Plizzari arrivò tra i pali dei delfini. Con un solo presupposto: tornare a essere Alessandro. La Serie C come trampolino per rilanciarsi, con l’obiettivo di dimenticare quel che era stato due anni prima con la Reggina. Cancellare il passato è pressoché impossibile, per chiunque. Eppure Alessandro ci è riuscito. Tre rigori parati nella finale playoff contro la Ternana, poi il sogno. Il Pescara torna in Serie B dopo 4 anni dall’ultima volta e lo fa anche grazie – e soprattutto – alle sue parate.
È tutto racchiuso in un’istantanea. Le lacrime dopo il successo contro la Ternana, poi l’emozione post-gara.”Vincere i playoff è qualcosa di fantastico, un’attesa lunga ma lo rifarei e lo rifarei, sia a livello personale che per la società che mi ha permesso di rinascere come calciatore e come persona”. Parola di Plizzari, l’eroe di Pescara coi guantoni.
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