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Playoff serie C | La Samb crede in Miracoli e vola ai quarti. Al Riviera è festa per 6500

È bastato cambiare campo. Attaccare sotto la propria curva e guardare in faccia quello striscione lunghissimo: “Lasciate ogni speranza voi ch’entrate”. Citazione del terzo canto dell’Inferno dantesco, corredo del canto infernale della parte più calda del tifo della Sambenedettese. Un pubblico incredibile, il motore di una squadra capace di cambiare marcia nel secondo tempo e rovesciare la sconfitta dell’andata: 3-1 al Piacenza e qualificazione ai quarti di finale.

Il premio per una città vestita di rossoblù per un mercoledì da leoni. In 6400 hanno riempito gli spalti del Riviera delle Palme. Nessuno qui lo chiama così. Per tutti, questo è il Sambodromo. E stasera è stato carnevale vero. I fumogeni prima, la nebbia di un primo tempo sfortunato, tre legni colpiti nei primi 50 minuti, fino all’episodio che cambia la gara: collisione al limite dell’area fra il difensore piacentino Segre e Gelonese. Decisione difficile per il signor Maggioni da Lecco. Non può contare sulla VAR. In C, è ancora un miraggio. Può solo fidarsi del suo istinto. Decide per il rigore, fra le proteste ospiti e l’entusiasmo della gente sovrastante.

Sul dischetto va Luca Miracoli, capocannoniere della Samb. Genovese, classe 1992, come El Shaarawy, suo compagno per anni nel Genoa. Prende il pallone, guarda verso l’alto. Quel muro rossoblù somiglia tanto alla “sua” gradinata Nord, anche se lassù tifano per una squadra che, nel nome, sembra quella della metà blucerchiata. Tocca a lui. Quell’amore non può essere tradito. Il suo è un rigore perfetto: palo-gol, colpo da biliardo, palla in rete. È l’inizio della festa. Dieci minuti dopo, Rapisarda raddoppia su cross dell’infaticabile Valente, fasciatura al braccio sinistro e doppio passo da brasiliano. Questo stadio è la sua pista, la fascia sinistra il suo regno.

Un rebus irrisolvibile per Franzini, l’allenatore che aveva saputo vincere due campionati con le due squadre di Piacenza. Profeta in patria, smentendo il Vangelo. Fino a stasera. Le sue speranze sbattono sulla passione della Nord e sulla maggiore qualità della squadra guidata in panchina da Francesco Moriero. Proprio lui, il ragazzo che “lustrava” le scarpe a Ronaldo e Recoba nell’Inter degli anni 90.


Ha ancora i ricci di una volta, imbiancati dallo scorrere del tempo. Da qualche settimana è il Virgilio di San Benedetto del Tronto, dopo aver preso il posto dell’esonerato Eziolino Capuano. Nessuna parola detta, per ferma volontà del presidente Fedeli. Solo lavoro sul campo.

Ben fatto, a giudicare da quanto corrono i suoi ragazzi.


Fra questi, brilla un pugliese come lui. Non di Lecce, ma di Bari Vecchia: Nicola Bellomo. Doveva essere l’erede di Antonio Cassano, paragone naturale per un trequartista nato in quel quartiere. Anche lui ha segnato il suo primo gol in A contro l’Inter. Purtroppo per lui, è stato anche l’ultimo. Stagioni passate a rincorrere le aspettative, l’ansia di non riuscire a esprimere quel talento che nei vicoli di Bari sembrava inarrestabile. All’inizio dell’estate era senza squadra, a gennaio era un esubero dell’Alessandria, a maggio – contro il Piacenza – è un tornado. Discese palla al piede, assist millimetrici, bolidi da fuori e contrasti. La voglia del bambino, la maturità dell’uomo. Una partita da giocatore di altra categoria. Poche pause, tanti colpi scenici.

Sul finale, un altro rigore di Miracoli e una punizione allo scadere del piacentino Franchi fissano il risultato sul 3-1. Il Riviera canta e balla. Non solo per la vittoria, ma anche per le notizie che arrivano dagli altri campi. Escono tante teste di serie: Pisa, Alessandria e Trapani chiudono a sorpresa la loro corsa, Samb e Reggiana vanno avanti. Per i rossoblu significa giocare in trasferta il 30 maggio la gara di andata dei quarti. Il ritorno sarà domenica 3 giugno in questo stadio. Il sorteggio di Firenze dirà contro chi. Nei 180 minuti, gli uomini di Moriero hanno 2 risultati su 3.

Claudio Giambene

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