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Pizarro, il conte del Siviglia che fu ad un passo dalla Fiorentina. “È destinato al Real o al Barça”

Una partita rimontata da 0-3 a 3-3 col Liverpool protagonista… in negativo. Sospiro di sollievo per i tifosi rossoneri: non si tratta della finale di Champions di Istanbul del 2005 come qualcuno già immaginava. Questa volta è toccato ai Reds. Con Ben Yadder pronto a scherzarci su con un tweet: “Spero che il Milan ci abbia visto”. Tutta colpa di quel gol al ’94 di un certo Guido Pizarro. Uno che in Europa è arrivato tardi ma eccome se ci è arrivato. Quello che in Sudamerica per tutti è ‘El Conde’ (il conte, ndr) per l’eleganza nello stile di gioco, anche se al Tigres UANL era più che altro riconosciuto come ‘Dio’. “Dio è troppo!”. Ibra di certo sarebbe d’accordo.

Ma che bel caratterino! E la Fiorentina…

Volante classe ’90 dinamico e duttile specializzato nello scippo del pallone agli avversari. Cresciuto nel Lanus, squadra del cuore della famiglia Pizarro, dove il papà ad ogni partita preparava i panini per il suo Guido e per tutti i compagni di squadra. Giocatore di personalità ma di grande umiltà anche se ha sempre palesato… un bel caratterino. Ad esempio, nel 2016 quando vestiva la maglia del Tigres, dopo un derby perso contro ‘los Rayados’ (Club de Fútbol Monterrey) postò sui social una sua foto con una maglia decisamente inequivocabile che recitava “La concha de su madre todos los rayados”. Non servono traduzioni, vero? Che huevos per uno che fin da piccolo vedeva “il calcio solo come un divertimento, ma quando ho vestito per la prima volta la maglia dell’Argentina sub 15 ho capito che sarebbe potuto diventare il mio lavoro se ci avessi dedicato maggior serietà e professionalità”. Con un sogno ben preciso: “Giocare un giorno in Europa”. E pensare che nel 2012 fu a tanto così dal vestire la maglia della Fiorentina. “Il mio passaggio alla Viola è sfumato per motivi burocratici. La Fiorentina mi comprò e per sette giorni mi sono allenato con l’accordo già raggiunto, ma prima di ufficializzarlo sarei dovuto diventare comunitario. Non fu possibile e fui costretto a tornare in Argentina, al Lanus, con i nervi a pezzi”. Per approdare nel vecchio continente ha dovuto pazientare altri 5 anni. Fino alla scorsa estate quando per 6 milioni il Siviglia lo acquistò dal Tigres UANL strappandolo alla concorrenza del Boca. In Andalusia ha trovato ad attenderlo una vera e propria colonia argentina: Nicolás Pareja, Gabriel Mercado, Walter Montoya, Franco Vázquez, Joaquín Correa e Luciano Vietto. Col sogno di giocare in Europa realizzato in tutti i sensi visto che “ho sempre adorato la Liga e la Premier, sono i campionati che più mi piacciono. Poi, i miei giocatori preferiti sono sempre stati Xabi Alonso e Yaya Toure”. Proprio in Liga ha avuto un gran impatto e il primo gol europeo realizzato stasera è solo la ciliegina sulla torta. Per avere conferme, chiedere al suo connazionale Messi. Giusto un paio di settimane fa infatti Pizarro ha giocato la sua miglior partita proprio contro il Barcellona arginando il suo connazionale nel miglior modo possibile. Nella stessa partita ha segnato anche il primo – e finora unico – gol spagnolo che tuttavia non è servito ad evitare la sconfitta del suo Siviglia.

“È destinato al Real o al Barça”, parola dell’ex presidente

Per il suo ex presidente ai tempi del Lanus, Nicolas Russo, quella del Siviglia è solo una tappa di passaggio nella carriera di Pizarro: “È destinato a grandi club come Real Madrid e Barcellona. Ha giocato con noi fin da quando aveva appena 8 anni e già da piccolissimo dimostrava una personalità fuori dal comune. Giocava sempre con ragazzi più grandi. Aveva qualcosa di diverso dagli altri. Oltre a essere forte, era un leader in campo e un punto di riferimento per i compagni, come lo è tuttora”. Solo il tempo potrà dire se il presidente Russo avrà avuto ragione o meno. Nel frattempo se lo coccola il Siviglia. Facendo rivivere al Liverpool col suo primo gol europeo gli stessi spettri a cui il Milan fu condannato proprio per mano dei Reds ad Istanbul nel 2005.

Alberto Trovamala

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