Arbitro di successo, in passato anche bagnino, attore e buttafuori. Nestor Pitana è considerato al momento uno dei direttori di gara migliori al mondo, prova ne è il fatto di aver arbitrato la finale del Mondiale in Russia tra Francia e Croazia.
Presente a Milano per ricevere il premio Giulio Campanati, Pitana si è concesso una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, parlando di vari temi tra cui il VAR: “Gli amici del direttore di gara sono gli assistenti e il quarto uomo, il Var è una seconda chance da cogliere per minimizzare gli errori. Senza esagerare, ma con la disponibilità a rettificare la propria decisione. Il rigore in finale per la Francia? Merito di Irrati, è un chirurgo del Var nonché un’ottima persona e un grande professionista”.
Pitana poi passa a descrivere il proprio modo di arbitrare: “Sono un direttore di gara con carattere, ma molto attento al dialogo. Una caratteristica che solitamente i calciatori mi riconoscono. Il segreto per un arbitraggio di successo? Considerarsi un attore non protagonista. Agli arbitri italiani invidio lo stile. Inconfondibile, un marchio di fabbrica. Cambiano gli arbitri, ma lo stile resta. Guardo le partite di serie A, ma mi concentro sulle prestazioni dei miei colleghi Quando finiscono gli mando dei messaggi, da Valeri a Rocchi sono tutti miei amici“.
L’intervista completa tra le pagine della Gazzetta dello Sport oggi in edicola…
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