Nel 2006 sollevavano assieme la Coppa del Mondo , oggi Gennaro Gattuso e Cristian Zaccardo si sfideranno in serie B, in occasione di Pisa–Vicenza. A distanza di 10 anni i ruoli si sono invertiti. Sarà “ringhio” a vedere la partita dalla panchina e Zaccardo a scendere in campo. Ma solo perché Gattuso ha scelto di diventare allenatore…
“Rino ha un carisma incredibile. Lo rispetto e lo stimo” – si legge nelle pagine della Gazzetta dello Sport – “È un trascinatore. Abbiamo fatto un corso allenatori insieme ed era precisissimo, lavorava molto bene al computer. In estate ci fu anche un mezzo contatto, ma la situazione a Pisa non era chiarissima”.
L’ex terzino azzurro non era mai stato in B: “È come cambiare classe e scuola. Non è facile. Avevo un solo patto col Carpi: se fosse arrivata un’offerta dalla A mi avrebbero fatto andare. Invece, in estate mi sono ritrovato inizialmente ad allenarmi da solo. Poi mi hanno reintegrato. Già nello scorso campionato qualcosa di strano c’era. In casa non giocavo, in trasferta sì. Eppure ero il capitano. Poi è arrivata l’offerta del Vicenza e ho accettato, dopo aver scartato l’India di Zambrotta. Ora bisogna rimboccarsi le maniche per salvarsi. In B vanno veloci, sono aggressivi, c’è meno tempo per stoppare il pallone, ma mi sto abituando. E poi decidono gli episodi, le partite sono tutte molto equilibrate”.
Una curiosità riguarda la scelta del numero di maglia, il 9: “C’erano il 9, il 17 e il 34, niente da fare per 2, 5 e 81. E’ il numero di Paolo Rossi. Devo proprio riuscire a segnare, ma già ci sono andato vicino. Bisoli? La carica ce la dà tutta. È un martello vero. Col Cesena un miglioramento si è visto. Mi fa giocare dietro, è chiaro, ma non mi dispiacerebbe giocare davanti alla difesa. Guidolin mi definiva un centromediano metodista, potrei anche provare. Al Wolfsburg l’ho fatto. Vincere la Bundesliga, dopo la gioia del Mondiale, è la più grande soddisfazione della carriera. Ma anche l’esordio in Champions in Milan-Celtic e il primo gol col Milan“.
In chiusura d’intervista Zaccardo torna anche sull’esperienza rossonera: “Dovevo arrivarci due anni prima, non a 31 anni, Ero il quinto centrale con Allegri, Inzaghi forse poteva farmi giocare un po’ di più. Futuro? Mi sa che provo pure io ad allenare, ma parto dai giovani”.
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