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Un supergol di Marin riporta il Pisa alla vittoria in casa: i nerazzurri si affidano ai loro rumeni

688 giorni. Tanti sono passati dall’ultimo gol segnato da Marius Marin. Era il 7 maggio 2021. Con il conto dei giorni arriviamo a 966, se volessimo considerare solo i gol in casa. Guardando il gol segnato contro il Perugia, probabilmente ne è valsa l’attesa attendere. Una magia, quella realizzata dal numero 8 del Pisa, che ha riportato i nerazzurri, in dieci uomini, a una vittoria che in casa mancava da tre turni. Una partita dai nervi tesissimi, giocata per cinqanta minuti con l’uomo in meno, e iniziata nel ricordo di Ilario Castagner, ex allenatore di entrambe le squadre recentemente scomparso, per il quale è stato riservato un minuto di raccoglimento tra gli applausi dell’intero stadio

 

 

Il Pisa si affida ai suoi rumeni per battere il Perugia

Morutan e Marin. I due rumeni (sarebbero tre tra i nerazzurri, considerando anche Rus) si sono presi in braccio il Pisa contro il Perugia. Una scossa, una vittoria, che può rappresentare una di quelle porte girevoli della stagione della squadra toscana, avvenuta proprio contro gli umbri, squadra contro la quale all’andata era tornato alla guida del Pisa. La vittoria della forza di volontà per i nerazzurri, con la mente che ha portato le gambe anche oltre lo sforzo massimo, rispondendo presente allo striscione esibito a inizio gara dai propri tifosi: “E’ ora che va dimostrato, grinta e cuore per un unico risultato” Dopo l’espulsione di Hermannson al 30esimo minuto, per un fallo ritenuto interruzione di una chiara occasione da gol (al 76′ sarà espulso anche Paz del Perugia), e il rigore realizzato da Casasola (ammonito dopo un’esultanza provocatoria, che ha portato a una rissa e all’espulsione di un collaboratore di D’Angelo), l’intervallo era sembrato il preambolo di una partita in controllo da parte della squadra di Castori. 

 

Mai previsione poteva essere più sbagliata. Il Pisa, determinato, prima segna il pareggio con Morutan, tornato al gol dopo cinque partite con un diagonale rasoterra sul secondo palo, un gol dei suoi, dal tanto estro e imprevidibilità.

 

Il Pisa ha continuato a spingere e, si sa, la fortuna aiuta gli audaci. E chi c’è più audace di Marin nella rosa di D’Angelo? Il risultato è scritto: eurogol del capitano del Pisa. Dopo qualche istante dove anche il centrocampista è rimasto incredulo della propria prodezza, si è lasciato andare in una corsa rabbiosa, liberatoria, verso la propria curva. A 688 giorni dall’ultimo. A 988 dall’ultimo in casa, dove, però, gli stadi erano chiusi. E chiedendoci se sono stati troppi i giorni senza gol, la risposta a posteriori è pressocché certa: .

 

Le parole del post-partita

Inizialmente si è presentato in conferenza stampa l’allenatore del Perugia, Fabrizio Castori: “Il nostro momento è questo: dobbiamo salvarci. Abbiamo incontrato una squadra forte, gli episodi ci hanno girato contro e abbiamo perso. Abbiamo gestito male il secondo tempo. Il problema è che abbiamo preso un gol che non avremmo dovuto prendere. Il secondo gol è una prodezza, un eurogol, c’è poco da analizzare”. 

Quindi ha parlato Antonio Caracciolo, difensore del Pisa tornato in campo nove mesi dopo l’infortunio: “L’attesa è stata difficile, a dire la verità. Solitamente non soffro le partite, ma oggi ero agitato. Paradossalmente, per me, dopo nove mesi che non gioco, avere la responsabilità, tutto: sono entrato e ho detto “come va, va”. La vittoria è sicuramente meritata, ma anche nel primo tempo eravamo partiti bene, poi loro sono usciti, e l’episodio ci ha destabilizzato. Il secondo tempo siamo entrati con uno spirito di squadra che ci ha aiutato a ribaltare la partita. L’espulsione di Hermannson? Sinceramente, quando l’ho vista, ho capito di dovere entrare. Secondo noi comunque è stata un po’ esagerata, ma purtroppo l’arbitro non è tornato indietro. Nello spogliatoio all’intervallo ci siamo parlati, e si è visto”. 

Lorenzo Vero

Nato all’ombra della Torre Pendente nel giugno del 2000 e studente di Informatica Umanistica. Bastian contrario per natura, ho iniziato a seguire il calcio perché ai miei genitori non piaceva. Sin da quando ero un bambino riempio la testa dei miei amici con aneddoti calcistici di ogni genere. Con gli anni, assieme alla barba, è cresciuta anche la mia passione per questo gioco. L’obiettivo adesso è quello di raccontare in modo veritiero (con il cognome che mi ritrovo…) e appassionante anche la meno appetibile delle partite.

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