“La nostra assenza all’assemblea? Preannunciata e condivisa con tutte le associate. Abbiamo risposto alla convocazione comunicando alla Lega che non intendevamo partecipare ad una assemblea elettiva non necessaria e convocata prima di aver affrontato e risolto i gravi problemi strategici ed economici delle società”. Intervisato al Quotidiano Sportivo, Giuseppe Corrado – presidente del Pisa – ha commentato quanto accaduto durante l’ultima assemblea elettiva di Serie B che si è conclusa con un rinvio della stessa nel mese di ottobre a causa del quorum non raggiunto dopo cinque votazioni.
“Tutto organizzato troppo velocemente, in modo poco trasparente e senza un coinvolgimento dell’assemblea. Una triste commedia. Abbiamo dato una pessima immagine. La Serie B era passata in secondo piano, l’unico scopo era essere, a qualsiasi costo, eletto”. Senza messe misura, il presidente Corrado analizza quanto accaduto durante l’assemblea. E al posto di Mauro Balata – attuale presidente della Serie B – avrebbe agito così: “Rinviare le elezioni e dare la precedenza ai veri problemi. Oltretutto, in assemblea, altre nove società hanno chiesto il rinvio. Avrebbe dovuto dimostrare la disponibilità e coerenza, evitando di spaccare a metà una Lega che sarebbe dovuta essere unita sui programmi. Avrebbe riunito la Lega e si sarebbe evitato una sconfitta cosi pesante. Ha perso la Lega: è la sconfitta di un modo di pensare antiquato“.
Giuseppe Corrado ha poi proseguito spiegando il concetto di “spiegare antiquato”: “Dare maggiore importanza all’aspetto politico, sperando possa esser foriero di vantaggi e benefici per se stessi, anziché capire che, come associazione, dobbiamo pensare alla globalità del prodotto e alle strade da percorre insieme per superare un momento difficile con le scelte più appropriate. La Lega non è una società, ma una associazione“. E specifica: “L’amministratore porta avanti le decisioni dei condomini e non è mai lui a decidere. La governance è fatta dalle 20 società e non dal presidente o dal direttivo. Una governance è forte se la maggioranza delle società sono d’accordo. Il presidente da votare deve solo essere la persona più adatta a portare avanti i programmi. Se la scelta di un presidente divide, siamo sulla strada sbagliata”.
Sulla questione dei diritti TV: “Il campionato è un media che vive di audience e di coinvolgimento. Ci sono poi le problematiche del settore e la minore disponibilità di investimenti da parte dei broadcaster. Nel negoziare i diritti televisivi occorre prendere a riferimento criticità e opportunità sul tavolo delle trattative e si devono affrontare con le armi giuste e con la metodologia adatta al momento più opportuno. Tutto si può rimediare, ma per riuscire a farlo occorre avere al centro dei propri obiettivi e delle proprie attenzioni l’idea di poterlo fare. Servono idee nuove, proiettate a cambiare il nostro settore per benefici di lungo termine”.
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