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Pisa, Corrado: “Se siamo il problema ce ne andiamo. Altrimenti che i tifosi ci aiutino”

Dopo quarantotto giorni, è terminato il silenzio stampa in casa Pisa. Un silenzio indetto alla vigilia della partita casalinga contro lo Spezia, e cessato con la conferenza tenuta dal presidente Giuseppe Corrado, nella quale ha affrontato vari temi, dallo sciopero dei tifosi fino a un eventuale futuro societario, passando per la questione relativa allo stadio e al centro sportivo. 

La conferenza stampa di Corrado

In un periodo complesso, reso difficile dalle troppe campane che battevano il loro ritmo sul progetto sportivo e sui programmi di sviluppo delle infrastrutture, con molte posizioni scorrette e rimpalli di respnsabilità e meriti, abbiamo voluto tutelare la squadra e lo staff“. Così il presidente del Pisa Giuseppe Corrado ha commentato la decisione, a fine gennaio, di adottare un silenzio stampa. Durante il discorso, sono stati trattati vari temi, tra i quali quelli relativi ai lavori sullo stadio e sul centro sportivo, con i lavori che procedono a rilento, anche – come comunicato dal presidente, di un “disinteresse” da parte dell’amministrazione: “Abbiamo avuto una sensazione di isolamento: sembrava che le cose che riguardassero la squadra interessassero solo a noi. Allora perché parlarne con altri? Questa situazione ha sorpreso chi non è abituato. Knaster  (l’azionista di maggioranza, ndr) si è stupito di questo disinteresse riguardo gli sforzi degli azionisti. Nessuna disponibilità da parte di nessuno. Io mi sono abituato a questa situazione sette anni fa, lui no, e ha partecipato a situazioni più importanti di Pisa. Ha giudicato questa situazione non accettabile”.

 

I problemi in questione iniziano a ottobre, quando le autorità notarono un’anomalia per quanto riguarda la sicurezza del settore “gradinata”, ordinandone la parziale chiusura: “Quando fu chiusa la gradinata, il prefetto mi convocò assieme al sindaco, al questore e ai vigili. Erano emerse problematiche strutturali della gradinata, con toni di preoccupazione. Noi abbiamo pensato ai nostri abbonati, trasferendoli in tribuna, rinunciando a biglietti. Il prefetto aveva annunciato un lavoro di riverifica generale dello stadio. Io sono preoccupato, ma deve esserlo ancora di più il sindaco, che è il proprietario e mi ha garantito dei posti. Se questi non ci sono per motivi di negligenza, dovrò chiedere danni. In seguito sono state trovate ulteriori problematiche perché vi abbiamo chiesto autorizzazioni per accendere il tabellone luminoso che abbiamo fatto. Ma se non lo avessimo fatto, gli spettatori avrebbero rischiato? Perché chi di dovere non ha lavorato in estate? Non si sa. Se non avessimo chiesto la visita per l’autorizzazione dello schermo la gradinata non sarebbe stata chiusa, ma sarebbe stata precaria“. Per ovviare a questa situazione, è stata prevista la riapertura del settore “Curvino”: Perché non è stato fatto prima? Perché il Pisa deve essere tradito? Anni fa ci dissero che era impossibile riaprirlo. Ho un documento ufficiale dove ci venne notificato che per riaprirlo sarebbero serviti un milione e 800mila euro per 500 posti. Adesso invece è venuto fuori che costava 140mila euro per aprirlo in modo veloce. In questi anni la società Pisa ha investito tanto per migliorare la struttura Arena: abbiamo creato la sala var, la sala doping, abbiamo fatto dei grandi investimenti strutturali, per un ammontare di circa 1,2 milioni di euro, non i 140mila euro per il curvino! Abbiamo speso questi soldi per uno stadio non nostro”.

 

Tifosi fuori dall’Arena Garibaldi alla vigilia di Pisa-Monza, finale playoff stagione 2021/22

 

Corrado ai tifosi: “Vi capiamo, ma tornate. Se siamo noi il problema ce ne andiamo”

Tutte le problematiche relative alle infrastrutture hanno portato la tifoseria organizzata a indirre uno sciopero, a fine gennaio, per quanto riguarda le partite casalinghe. A loro, in un lungo intervento, si è rivolto Corrado, lanciando anche un messaggio per il futuro: “Lo sciopero della Curva arreca un danno incommensurabile alla squadra. Noi capiamo le loro ragioni: sono le stesse nostre! Noi a livello economico non perdiamo niente: i biglietti sono stati esauriti in fase di abbonamento, ma abbiamo bisogno di sostegno, non di ricavi. L’Arena deve tornare ad avere quel clima che sette anni fa ci portò a investire qui, quel fattore che campo e quel sentore di soggezione che gli avversari sentivano”. Quindi, due strade ha posto davanti ai tifosi il presidente:Se il problema dovessimo essere noi, la soluzione sarebbe semplicissima: ci facciamo da parte. Se quello che stiamo facendo per Pisa non piace abbastanza ci sono alternative. Abbiamo molti comuni che da anni ci sollecitano. Possiamo iniziare un progetto da un’altra parte. Se invece i tifosi ancora ci apprezzano, che ci diano una mano. Una mano non soltanto per quanto riguarda il sostegno, ma anche nel rimuovere i danni che altri causano a noi. Che ci aiutino”.

 

 

 

Lorenzo Vero

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