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Pippo Inzaghi: “Sempre grato a Berlusconi e Galliani, ma il presidente non ha avuto pazienza con me. Venezia? Stagione che ricorderò tutta la vita”

Una stagione da protagonista in Lega Pro quella di Pippo Inzaghi, che è riuscito a portare il Venezia in Serie B. Un presente nel club di Tacopina, un passato in rossonero, e non solo come giocatore: “Sono stato 15 anni fantastici quelli al Milan, sono grato a Berlusconi e Galliani che mi hanno fatto vivere un periodo così. Ho vinto qualsiasi trofeo e poi mi hanno dato la possibilità di allenare quella squadra. Ero giovane, avevo fatto bene negli Allievi e nella Primavera, ma quella possibilità è stata fondamentale per la mia carriera in panchina, lì è stato difficile anche per Allegri e Mihajlovic. Quell’anno mi ha reso più forte perché fino all’ultima giornata abbiamo avuto un gruppo unito“, ha dichiarato Inzaghi in un’intervista esclusiva ai microfoni di Sky, nel corso del programma “I Signori del Calcio”, di cui questa ne è un’anticipazione.

Dopo il Milan, ecco l’esperienza con il Venezia: “Sapevo che se avessi trovato l’ambiente giusto, che mi avesse fatto dato modo di trasmettere le mie idee e convinzioni probabilmente sarei tornato a vincere. Per me questo sarà un anno che ricorderò per tutta la vita; abbiamo fatto un “double”, possiamo fare un “triplete”, e sono cose che non capitano tutti i giorni. Futuro? Spero di tornare a togliermi un po’ di soddisfazioni. Questo è un anno che ricorderò per sempre, possiamo fare il ‘triplete’ dopo ave già conquistato campionato e Coppa Italia. La Lega Pro è un campionato difficile, rispetto alla Serie B ne va su solamente una”.

Rimane però il rimpianto di non aver avuto a disposizione un Milan con una rosa competitiva per puntare a vincere qualche trofeo: “Il Milan che ho allenato non era una squadra che poteva vincere, però le aspettative del presidente erano alte, purtroppo nelle grandi squadre non c’è molta pazienza. Lui ha fatto la sua scelta, io non ho problemi, chiaramente spero di poter ritornare lì ed avere la possibilità di lavorare e di esprimere le mi qualità. D’ora in avanti cercherò sempre degli ambienti adatti, l’esperienza in rossonero mi è servita da lezione, penso che non ci siano allenatori fenomeni. È importante avere una società solida e una squadra forte, per allenare dovrò avere questi presupposti, altrimenti non correrò più nessun rischio”.

Redazione

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