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Cosenza, la rivincita di Perina: “Periodo duro, ora tocca a me”

Da Cosenza a Cosenza: la crisi, ‘l’esilio’, la riscossa. Un anno fa erano tempi duri per Pietro Perina. La squadra non riusciva a ingranare in Serie C e lui fu tra chi ne pagò le conseguenze. “Com’è giusto che sia. Non stavo facendo benissimo e allora a gennaio ho deciso di andare via per poter giocare”, racconta il portiere classe ‘92 ai microfoni di Gianlucadimarzio.com.

Oggi invece, Perina si gode un debutto da sogno in Serie B. Questione di sliding doors: lo stesso Saracco che conquistò il posto da titolare a spese del compagno, viene relegato in panchina da Braglia proprio in vista del derby contro il Crotone. Tocca di nuovo a Pietro. “Un’emozione indescrivibile: esordire e poi portare a casa una partita così delicata. La vittoria più bella, che è arrivata dopo un momento così così”.

Perché nel frattempo ne è passata di acqua sotto i ponti, per Perina. Il prestito alla Sambenedettese, la forma ritrovata, la sorte che gli gioca davvero un tiro mancino nei playoff di Serie C: ai quarti ritrova il suo Cosenza da avversario. “Diciamolo pure, avrei voluto vincere io con la Samb. Poi il destino è andato dalla loro parte e va bene così. Il calcio è anche questo”. Difficile non sentire un match così particolare. “Durante la partita ho fatto una cosa che non dovevo fare, mancando di educazione. D’Orazio del Cosenza era a terra infortunato, io l’ho preso di peso e l’ho trascinato fuori dal campo. Ho sbagliato, poi ho chiesto subito scusa ma capisco se nell’ambiente il gesto non è piaciuto”.

L’episodio non ha impedito a Perina di tornare alla base, seppur con qualche strascico. “Spero che ora sia tutto alle spalle, anche se alcuni, credo, per questo fatto ce l’hanno ancora con me. Ma a Cosenza mi trovo benissimo, è il quarto anno che sono qui. Grande società, allenatore, tifosi. Era da tanto che la squadra non stava così in alto, vedere questa felicità sul volto della gente è una cosa bellissima. Ci spingono e ci accompagnano anche durante gli allenamenti, dal lunedì al sabato. E anche quando i risultati faticano ad arrivare l’aria non diventa pesante: critiche sì, ma mai con spirito cattivo”. Un concetto che ci aveva sottolineato anche Idda, suo compagno di squadra e tra gli artefici della cavalcata.

“L’anno scorso la squadra c’è sempre stata”, continua Perina. “Eravamo partiti male ma poi si sono saputi risollevare. E quando ci ho giocato contro si vedeva la loro determinazione: era difficile batterli, hanno supermeritato questa promozione. Dalla prima partita all’ultima dei playoff”. Inevitabile, per Pietro, ripartire da zero nelle gerarchie del Cosenza di oggi. “Sono stati mesi difficilissimi: ti alleni duramente, i compagni ti incitano ma poi arriva il sabato e non giochi. Brutto. Però con la forza di volontà, il lavoro, la dedizione sono stato capace di sfruttare il mio momento quando è arrivato. Spero di continuare così”.

Dopo il Crotone, il Padova. Un’altra vittoria e Perina era di nuovo in campo.Ce la giocheremo fino alla fine, vogliamo arrivare il prima possibile alla salvezza. Sappiamo che è difficile però noi ci proveremo e abbiamo i mezzi per riuscirci, cercando di far affezionare ancora più tifosi alla squadra. Il mio obiettivo personale poi è quello di giocare più partite possibile, ma questo dipende dall’allenatore. Io penso solo a dare il 100% in allenamento”.

Perina il saggio, anche fuori dal campo. Finito di allenarmi faccio il papà. Amo stare con la mia famiglia, cerco di far stare bene mia moglie e mia figlia piccola”. Di sicuro, fra qualche anno avrà una bella storia da raccontarle. Quella di un portiere che, parando le difficoltà, si è ripreso il Cosenza. Fino alla Serie B.

Francesco Gottardi

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