Domanda: “E se Piatek avesse fatto il DJ?”. Consolle, loop e pitch control. Ce lo vedete? Noi sì, lo sveliamo così, anche in virtù di un’esultanza particolare, alternativa, replicabile in una sala ad hoc. Il “pistolero” della Polonia by night, con quello sguardo vispo, furbo, dai ritmi tutti suoi per “aizzare” le sale e le platee. Quello che a Cracovia, ai tempi dei primi guizzi in campionato, metteva la musica negli spogliatoi.
“La sceglieva lui!”, ci raccontano in esclusiva. Rap, pop, di tutto. Basta divagazioni ora, perché Krzysztof Piatek oggi gioca a calcio, segna a raffica nel Genoa e pizzica la storia, tant’è che è diventato il miglior esordiente dai tempi di Karl Hansen (centravanti anni ’60, amarcord).
Ballardini “lo sconvolge” dopo ogni partita, perché “è sempre sul pezzo e tiene alta la concentrazione”, Preziosi “se lo tiene stretto” e Giorgio Perinetti, vecchia volpe in un mercato di leoni, tiene “il telefono staccato”. Piatek risponde con 12 gol in 7 gare tra Serie A e Coppa Italia. Il miglior marcatore d’Europa, meglio di Messi, Ronaldo e Salah. Meglio di tutti: “Anche se per noi non è una novità”.
Parola di Grzegorz Kurdziel, ex vice-allenatore del KS Cracovia, uno che conosce bene il “pistolero”. Insieme a Michael Proberz se l’è goduto per tutto l’anno scorso, 21 gol in campionato prima di arrivare a Genova e dare una svolta alla carriera. Ora ce lo racconta in esclusiva su Gianlucadimarzio.com.
Partiamo dalla vocazione per la musica: “Krzysztof era il Dj dello spogliatoio, sia a fine allenamento che in hotel. Decideva lui la musica. Un giorno uno dei nostri giocatori gliela tolse per scherzo, perché non gli piaceva”. Piatek sceglie l’umorismo e vince: “Vuoi i gol? Allora tienila accesa”, rispose. Tutti i compagni iniziarono a ridere, si faceva voler bene da tutti”.
Un compagnone: “Ho soltanto ricordi positivi!”. E aneddoti: “Una volta si allenò per tutta la settimana con le riserve, ma non era contento. Si capiva dallo sguardo. Così lo schierammo dall’inizio all’improvviso, senza dirgli niente”. Risposta positiva: “Vincemmo 2-1 e segnò due gol”. A fine anno saranno 21, pistolero on fire: “Anche se aveva un altro soprannome”.
Quale? “Bania”. Traduttore alla mano, sguardo rapido: in polacco vuol dire “testa”. Cioè? “Lo chiamavamo in quel modo perché era un gran colpitore di testa, ne segnava molti così. Io l’ho visto in ogni partita, ogni allenamento, ogni riscaldamento. Si è sempre migliorato”.
Parliamo in inglese, Grzegorz usa per tre volte il termine “improve” per sottolineare la sua dedizione a migliorarsi: “Era pronto sia fisicamente che mentalmente, un vincente”. Leader del gruppo: “I difensori della Serie A lo conoscono bene ora, può diventare uno dei migliori attaccanti d’Europa. Destro, sinistro, difende il pallone e tira anche i rigori! Con noi ne segnò 12…”. Bei numeri, come quelli dei grandi: “Ha sempre ammirato Harry Kane e Lewandowski Spero segni 25 gol in Serie A”.
Caratterialmente è una persona semplice, a modo, con il primo stipendio si è comprato una Fiat Skoda. E’ fidanzatissimo e “ama viaggiare”. Preziosi l’ha bloccato in 10 minuti dopo aver visto un paio dei suoi video, il tutto mentre mangiava un’aragosta nella sua villa di Ibiza. Retroscena da film. Grzegorz, dopo un anno e tanti altri gol, lo ricorda con grande affetto, tant’è che a fine intervista si rivolge direttamente a lui per un messaggio: “Non fermarti, non smettere di imparare, di migliorare, di ascoltare le persone giuste o di reagire di fronte alle difficoltà”. E neanche davanti alle case discografiche. Suona meglio Piatek-gol di Dj-Piatek.
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