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Gli auguri di Bisoli alla Cremonese: “Spero di darti tante soddisfazioni”

Troppe candeline. In questo periodo di isolamento e quarantena 117 sono davvero difficili da recuperare: in casa, la 'Cremo', non ne aveva mica così tante. Il giorno del compleanno ha un sapore particolare, diverso, ma l'affetto della gente – virtuale, per ora… – è lo stesso di sempre e non cambierà mai. "Ti stai facendo vecchia, 'Cremo', complimenti!". Più invecchia e più entra nella storia del calcio italiano, in attesa dei prossimi successi.

"Ci pensa lei mister?". La domanda è diretta, Pierapolo Bisoli risponde oltre la scaramanzia. "Sono orgolgioso di essere arrivato in una società così importante. Conosco il Cavaliere Arvedi da più tempo e so quanto è ambizioso e quanto ha investito, si merita tante soddisfazioni nel calcio. Spero di dargliele il prima possibile. La città non si discute: raccolta, carina, calda. Lo stadio è nuovo, un gioiellino. Il centro sportivo è importante. Spero di ripagare la fiducia della società e dell gente che in questo momento ha bisogno di tornare a respirare un'aria diversa. Speriamo che il calcio possa, in futuro, scacciare un po' di preoccupazioni. L'auspicio è quello di tornare velocemente alla normalità". 

Tra l'altro Bisoli è arrivato a Cremona intorno al 4 marzo, quando l'allarme Covid-19 stava già impazzando. "Vero. Quando mi hanno chiamato per firmare il contratto non avevo assolutamente pensato al probema coronavirus, poi dopo sì, una volta che sono arrivato in città e in Lombradia, ho percepito le difficoltà. Non credevo si potesse arrivare a tanto. Sinceramente avevo grande voglia di ripartire da un progetto interessante come questo: con i direttori mi sto trovando molto bene, siamo in perfetta sintonia. La prima a Frosinone è andata bene…". Chi ben comincia. A proposito, c'è un aneddoto. "Con lo stadio senza spettatori si sentiva solo la mia voce. Mi sono riguardato e non posso negare l'evidenza". I decibel sono una prova schiacciante. 

Bisoli ci ha risposto direttamente da casa sua, Cesenatico. "Qui non siamo ancora ai livelli di Milano o Bergamo. L'emergenza è ridotta. Io sono chiuso in casa con mia moglie e mi alleno tutti i giorni. Prima delle recenti restrizioni correvo intorno al quartiere insieme a un vigile. Adesso rimango nel cortile di casa mia". I figli? "Dimitri è rimasto bloccato a Brescia insieme alla fidanzata. Si allena nel suo palazzo, dentro un garage di 40 metri. Si sfoga lì, così. Non riesce a star completamente fermo. Fino a qualche settimana fa si faceva le salite di un supermercato. Anche l'altro mio figlio è fermo da quindici giorni in un comune dell'Emilia Romagna". 

Il tempo passa. Come? "In questo periodo sto riguardando tante partite vecchie del passato, in cui gli stadi erano pienissimi e c'era un entusiasmo incredibile. Spero che si torni a quell'atmosfera il prima possibile. Ne abbiamo bisogno". Anche la Cremonese, che non vede l'ora di festeggiare il suo compleanno come si deve, con tutte e 117 le candeline sulla torta. 

 

(Foto credit @USCremonese) 

Matteo Moretto

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