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Peruzzi Jr al Tiferno: “Niente paragoni con papà, sulla maglia scriverò solo Mattia”

Niente cognome sulla maglia, semplicemente ‘Mattia’: “Sono orgogliosamente figlio di mio padre ma non voglio che diventi un assillo”. Due guanti, una porta, un pallone. Quando pensi a Peruzzi, l’accostamento è automatico. Papà Angelo ha scritto pagine importanti del calcio italiano e internazionale, il figlio Mattia, classe 2002, prova a seguirne le orme ma “con le mie forze perché in famiglia mi hanno sempre insegnato a sudarmi ogni cosa”. 

 

E forse anche per questo, dopo l’esperienza nella primavera della Lazio ha scelto di ripartire dalla serie D, dal Tiferno, ambizioso club umbro che sogna di arrivare nel professionismo: “Cercavo una squadra, ho trovato una società importante, organizzata, che ha voglia di crescere, come me”. La sua nuova avventura è iniziata proprio sotto gli occhi del papà, presente spesso agli allenamenti del Tiferno: “Mi confronto molto con lui”. Ma guai a fare paragoni: “Sarebbe irrispettoso, lui ha vinto tanto, tutto, è il mio eroe”. Sorride Mattia, anche perché: “Diciamo la verità, papà ha una stazza ed un fisico impossibili da emulare”. Sguardo al futuro: “Mi piacerebbe arrivare in alto, magari giocare in nazionale, in Champions. E’ bello sognare anche se mio padre mi ha sempre detto di pensare soprattutto a divertirmi perchè il calcio è innanzitutto un gioco”.

“Giocavo in strada e facevo l’attaccante”

“Sono nato con un pallone sotto braccio. Ho iniziato a giocare da piccolissimo, in piazza, per strada. Facevo l’attaccante, poi vari allenatori mi hanno arretrato sempre più, fino a scoprire la mia vera vocazione”. L’avventura con il settore giovanile della Lazio è stato il primo traguardo: “Per me che sono laziale è stato un sogno ma ora avevo bisogno di una nuova sfida”. Gli allenamenti e lo studio, Mattia è fresco di diploma, prima di firmare col Tiferno si è iscritto all’Università di Perugia dove studierà scienze biologiche: “Da piccolo, oltre al pallone avevo sempre con me anche i libri di animali, sono le mie due grandi passioni”. 

 

Calcio e mercato: la trattativa nata grazie a un amico carabiniere

Mattia Peruzzi e il Tiferno si son conosciuti quasi per caso. Un’operazione condotta in prima persona dal presidente Roberto Bianchi: “Il papà ha raccolto informazioni sul nostro club, abbiamo un amico in comune, un generale dei carabinieri. E così ci siamo conosciuti. Sono contentissimo di averlo con noi in squadra in una stagione che si preannuncia importante. E’ un ragazzo serio, modesto e umile. Si giocherà il posto come tutti gli altri”.

Il presidente Bianchi ha le idee chiare. Il suo Tiferno è letteralmente scatenato sul mercato. Dopo il colpo in attacco Elio Calderini, ex di Catania, Foggia e Viterbese e l’ingaggio del difensore brasiliano ex Palmeiras Gomes Ferreira Murilo, sono previste altre sorprese: “A me non piace vivacchiare, voglio portare questa società in serie C. Il più presto possibile”.

 

 “Ho studiato mio padre attraverso i video”

Mattia si allena, lanciando ogni tanto un occhio alla tribuna dove papà Angelo cerca di seguirlo il più possibile: “Magari mi dà qualche consiglio. Purtroppo, vista la mia età l’ho visto poco giocare dal vivo. Mi sarebbe piaciuto assistere a qualcuna delle sue storiche partite. Ma l’ho studiato tanto attraverso i video”. Ci sono modelli e punti di riferimento per ogni giovane calciatore: “Per me i più forti sono Donnarumma e Alisson”. E’ tempo di tornare in campo, la stagione del Tiferno è alle porte. E da qui ripartono i sogni di Mattia Peruzzi.

Fabrizio Caianiello

Redazione

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