Serse Cosmi è tornato a casa, si è ripreso la panchina del 'suo' Perugia dopo quasi sedici anni. Correva il 2004 e lo spareggio con la Fiorentina lo condannò alla Serie B, oggi invece è tutta un'altra storia. Da scrivere e vivere tutta d'un fiato.
Insieme a lui nella conferenza stampa di presentazione c'è il presidente Santopadre, l'artefice del ritorno a Perugia di Serse Cosmi. E' proprio lui che prende per primo la parola, dando (di nuovo) il benvenuto all'allenatore di Ponte San Giovanni: "E' tornato a casa sua, sono felice che questa cosa sia capitata nella mia gestione. Ha fatto davvero tanto per il Grifo e credo che questo sia l'anno giusto per lavorare insieme. La parte emotiva è importante, ma questa va supportata anche dal lavoro sul campo. Non conosco Serse a fondo, ma come allenatore so come lavora. Abbiamo cenato insieme a Milano e gli ho spiegato che non avevo preclusioni nei suoi confronti. A lui chiedo di non perdere al Curi, sono troppe volte che accade, deve diventare un punto di forza, altre cose non le chiedo. Oddo? Ci siamo sentiti e ci siamo lasciati da parsone mature. Gli ho dato le mie motivazioni e penso che lui le abbia capite".
Dopo l'introduzione di Santopadre, ecco Serse Cosmi: "E' importante per me essere tornato a casa mia, al 'Curi'. Qui è dove sono decollato professionalmente. Non riesco a dire se sono più emozionato oggi oppure allora, più si va avanti e diventa difficile emarginare le emozioni. Il presidente ha avuto la 'forza' di riportare un allenatore nella sua città, ha dimostrato grande coraggio. Lo ringrazio oggi e il ringraziamento sarà eterno perché mi ha ridato quel qualcosa che pensavo stesse svanendo. Allenare è un conto allenare il Perugia è un altro. Un pensiero anche a Massimo che è stato un giocatore ed un amico, ci siamo frequentati, ho un buon rapporto. Lo ringrazio perché mi fa ripartire non dall’ultimo posto come mi è capitato spesso, ma dall’ottavo, lo chiamerò presto".
Cosmi ha poi proseguito: "Non voglio essere presuntuoso ma sento dentro di avere dentro quel qualcosa che il presidente vuole. Nella vita ho dato il meglio dove ho tirato fuori tutto me stesso nelle situazioni particolari è difficili, questa è una di quelle situazioni. Abbiamo parlato tanto con il presidente, Perugia ha nel dna che i giocatori diventano grandi qui. Vorrei che questi giocatori abbiamo fame, ambizione. Perugia sarà una piazza dove i giocatori non si devono sentire arrivati. Se riesco a trasmettere questo credo che i risultati saranno una conseguenza. Stiamo valutando anche gli allenamenti, ognuno ha la propria sensazione di questa squadra. Non abbiamo parlato minimamente di acquisti, questo è un aspetto determinante, è una forma di lucidità che apprezzo molto. Penso di poter aggiustare le cose in un tempo talmente lungo che vorrei andare a Napoli a giocarmi la partita, pensate quanto sono matto (ride ndr). C'è un muscolo del corpo che ha già scelto, e non è il cervello. Nel momento che sono stato scelto ho avuto davvero una grande emozione".
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