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Perinetti e i 5 affari più strani portati a termine: da Blanc a Carlo Ancelotti

In occasione del quinto anniversario di gianlucadimarzio.com, abbiamo deciso di farci raccontare il mercato da chi l’ha fatto. Per questo motivo abbiamo raggiunto Giorgio Perinetti, dirigente sportivo da oltre quarant’anni, attualmente al Venezia. Ai nostri microfoni, ha raccontato le cinque trattative più singolari che abbia mai concluso.

“La prima è stata la cessione di Laurent Blanc in prestito al Nimes. All’epoca dei fatti (nel 1992, ndr), i rapporti tra il Napoli e la FIFA non erano eccezionali, per cui fummo costretti a concludere l’affare a Zurigo, l’allora sede della federazione. C’era anche Blatter” ha spiegato Perinetti.

“Il passaggio di Ancelotti dalla Roma al Milan, nel 1987, fu fatto sul filo di lana. Di questo tipo di trattative, chiuse all’ultimo istante, ricordo quella di Maurizio Neri. Ero al Napoli, e avevamo bisogno di un tornante per la stagione 1988/89. Così, io e Moggi, eravamo sulle tracce di Madonna, esterno del Piacenza. Eravamo convinti che ci dicesse subito di sì, anche perché all’epoca chiunque avrebbe voluto giocare nel Napoli di Maradona. Invece si rifiutò, perché non voleva muoversi dal nord Italia, e infatti tornò all’Atalanta, essendo bergamasco. Così dovemmo ripiegare all’ultimo istante su Neri, che dall’Ancona non se lo fece dire due volte” ha raccontato il direttore sportivo del Venezia.

“Un’altra che ricordo bene per la sua particolarità, fu l’acquisto di Paulo Sergio, dal Bayer Leverkusen alla Roma, nel 1997. Il suo procuratore, Baldini, sosteneva che il giocatore potesse arrivare tranquillamente a parametro zero, mentre io ero convinto che si dovesse pagare ugualmente una somma ai tedeschi. Insomma, quando fu il momento di firmare l’accordo, l’acquisto si sarebbe concretizzato solo pagando 7 milioni di marchi (6 miliardi di lire, ndr) e non ci potemmo tirare più indietro. E quella era una cifra esorbitante per Paulo Sergio” ha ricordato Perinetti.

Che conclude ricordandone una molto recente. “Come ultima, dico senza dubbio Ranocchia. Ero il direttore sportivo del Bari ed ero andato a Genova per prenderlo in prestito. L’affare era praticamente concluso, e Preziosi mi chiese di non dare subito per chiuso l’accordo, perché Gasperini aveva intenzione di portarlo in ritiro. A Sorrento, in occasione del Golden Goal 2009, si incontrarono sia il tecnico del Genoa che Antonio Conte, che allora allenava il Bari. Durante una conversazione, entrambi dissero di avere a disposizione Ranocchia, per cui chiamarono sia me che Capozucca, i due direttori sportivi, ed erano infuriati: fu indimenticabile!” ha concluso il dirigente.

Salvatore Malfitano

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