Calcio italiano in declino e ancora fermo al palo, il giudizio di Christian Panucci è impietoso. Discorso che cambia solo leggermente per la serie A, dove, Juventus a parte, le altre arrancano. L’ex terzino di Milan e Roma parte da un giudizio sulle sue ex:
“Per puntare allo scudetto devi avere continuità” – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport – “E non puoi avere continuità se sei una squadra in costruzione. Dzeko? Pensavo in questi giorni: magari vendono Dzeko adesso per non vendere Nainggolan a giugno… Certo, perderlo non è una bella cosa, ma hanno investito su Schick e punteranno su di lui. E comunque questa è la verità della Roma: ha sempre fatto del bilancio il suo futuro, per comprare deve vendere. Ecco perché non è corretto parlare di scudetto: quello lo vinci solo se investi sempre, dunque è corretto parlare di Champions League. Il Milan ha cambiato tanto, e quando lo fai non è facile arrivare subito a dei risultati. Però, onestamente, mi aspettavo qualcosa di più. Sono contento che possa provare a rimettere in piedi questa stagione un ragazzo vero come Gattuso”.
Lotta scudetto discorso ristretto: “Il Napoli gioca molto bene, dovrà fare i conti con la potenza, la praticità, l’esperienza e la maturità della Juve. Che lo scudetto può solo perderlo: per valori tecnici e del club, è la più forte di tutte. In questo momento il calcio italiano non è di altissimo livello: molto tatticismo difensivo, il risultato anzitutto. Guardiamo anche la Juve, che pure salva un po’ la nostra immagine perché ha budget per investire, ha ancora appeal in Europa e come l’anno scorso proverà a vincere sia scudetto che Champions”.
Italia? Crisi per ora senza soluzioni: “Si parla da più di due mesi di questo fallimento, ma nel 2010 e nel 2014 cosa abbiamo fatto? Fuori al primo turno: dai, è un declino iniziato da un po’. Il problema è che in Italia le cose si sanno, ma non si vogliono mettereaposto. Ci lamentiamo, pensiamo di essereipiù bravi, poi gli altri vanno avanti e noi restiamo sempre lì. Suggerimenti? Subito le seconde squadre: da dove sono partiti Zidane, Guardiola, Luis Enrique? A me piace molto l’Atalanta, mi piace l’idea di un bambino che appena nato ha come primo regalo la maglia del club. L’Atalanta di oggi è la foto di come dovrebbe essere il calcio, è la spiegazione di una verità: se investi sul settore giovanile, qualcosa indietro ti torna sempre. Perché le mie Under 21 vincevano sempre? Perché si lavorava sui giovani. E perché oggi si spendono 5 milioni per un giocatore che non si conosce e non per il settore giovanile? Ma ci vuole tanto a capirlo?”. L’intervista integrale sulle pagine de La Gazzetta dello Sport.
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