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Pepe punge Cerezo, il retroscena di Ronaldo e il Ramos che non t’aspetti: Real-Atletico… a parole

Si sa, il derbi è sempre il derby. Si sa, la finale di Champions League è sempre la finale di Champions League. E quando le due cose combaciano è ovvio che la partita diventi la più speciale e sentita dell’intera stagione. Il Real Madrid in paradiso, l’Atletico all’inferno. E che bruciore… Atmosfera era già incandescente daltronde, a Milano come a Madrid.

E ad accendere ancora di più gli animi è stato Pepe. Prima in campo, con qualche scintilla con gli avversari, poi anche nel post-partita, a parole. Una puntura dolorosa ad Enrique Cerezo, presidente dell’Atletico Madrid, che qualche giorno prima della finale aveva invitato i tifosi rojiblancos a recarsi alle 11 in piazza per festeggiare perché avrebbe trionfato. Così non è stato e il centrale portoghese non si è tenuto nulla: “Il presidente dell’Atletico parla a vuoto. Alle 11 i tifosi possono andare a Nettuno… ma non ci sarà nulla! Tutti al Cibeles, che i nostri tifosi si stanno divertendo! A Madrid esiste una sola squadra”.

E se Pepe infiamma, a gettare l’acqua sul fuoco è l’uomo che non t’aspetti. Sergio Ramos è sempre sopra le righe, sempre carismatico. Un po’ come Pepe insomma. Stavolta però elogia i rivali: “E’ stato un avversario grandissimo, hanno meritato questa finale. Dopo un campionato strepitoso si sono ritrovati qui, dove hanno affrontato una squadra altrettanto forte. E purtroppo non potevamo vincere entrambe, ma do il mio appoggio all’Atletico per la sua stagione esageratamente positiva”. E poi bello anche il commento su Florentino: “Dove sarà il presidente lì ci sarà anche Ramos, grazie alla sua gestione”.

E questa Undecima è stata anche la prima volta da allenatore di Zinedine Zidane (già l’aveva vinta da allenatore in realtà, ma soltanto da vice, con Carlo Ancelotti due anni fa). E arriva anche l’investitura di Cristiano Ronaldo, mica uno qualsiasi: “Il lavoro di Zizou è fenomenale, è un signore e sono felicissimo per lui. Gli avevo detto che avrei segnato il gol decisivo. Non è stato proprio così, è vero, ma in un certo senso l’ho decisa”. E sì, con quel rigore finale ed esultanza con maglia bella che tolta. Una cartolina da Pallone d’Oro? Chissà. Intanto una cartolina da Champions. Con carino, de Real Madrid.

Redazione

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