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Il maestro Fred, il mito Ibra, l’esultanza di Mutu: alla scoperta di Pedro

Per un argentino che va, un brasiliano che arriva. Porte girevoli a Firenze con vista Sudamerica: Simeone ha già salutato, Pedro sta per arrivare. Un colpo di prima classe con uno sguardo al futuro per uno dei numeri 9 più promettenti di tutto il Brasile.

Fisico da uomo d’area di rigore, splendida visione della porta e gioco di squadra, un impatto incredibile nella storia del Fluminense. Tutte caratteristiche che Pedro Guilherme Abreu dos Santos non avrebbe mai pensato di avere all’età di 14 anni: perché sì, ha sempre giocato a calcio e fatto il centravanti sin da quando aveva quattro anni, girando tra futsal e calcio a undici, ma i suoi inizi giravano esattamente al contrario rispetto a quelle che sono state le sue evoluzioni.

Innanzitutto non era così alto come ora, anzi, era considerato fin troppo fragile fisicamente, uno dei motivi per cui venne scartato dal Flamengo. Forse anche per questo, pur andando contro il suo cuore, scelse di prendersi la sua rivincita con la maglia del Fluminense. La città di Rio Pedro l’ha vissuta fino in fondo, andando a tastare gli estremi della rivalità più grande del Brasile: Fla-Flu, molto più di una semplice partita. Mario Filho, giornalista sportivo a cui è stato intitolato il leggendario Stadio Maracanã, ossia il luogo dove questa partita si gioca, sosteneva che ‘Il Fla-Flu è nato prima di qualsiasi cosa che è stata creata”.

Rivalità che non è mai uscita dalla sua vita. Perché una volta esploso con la maglia Tricolor del Flu, il Fla si è accorto del proprio errore e ha provato in tutti i modi a riportarlo a casa. Missione fallita, ma non certo per la volontà di Pedro, che si sarebbe volentieri vestito di Rubronegro per una seconda volta.

E invece la sua storia l’ha scritta con i colori del Fluminense, in una carriera fatta di gol e sogni. I gol, quelli pesanti, sono arrivati prima nel campionato nazionale Sub 20 e poi nelle prime affermazioni nel Brasileirão dei grandi.

Dei suoi sogni è riuscito a esaudire quello di vestire la maglia numero 9, ereditandola dal suo grande amico e maestro Fred, la massima istituzione del Fluminense, l’uomo del primo gol della storia del nuovo Maracanã. L’altro 9 che sogna di vestire è quello che Fred ha indossato nel Mondiale del 2014, quello della nazionale brasiliana. Così vicino in primavera, strappato via per colpa di un infortunio che l’ha tagliato fuori costringendolo a lasciare il suo posto per la Copa América a Richarlison.

Ha studiato da Fred, ma ha come idolo Ibrahimovic. Scomodo paragone che lo accomuna a Dusan Vlahovic, suo compagno di reparto e forse anche rivale per un posto nella Fiorentina di Montella. Il serbo esulta scoccando le frecce, il brasiliano con l’inchino che al Franchi tutti associano ad Adrian Mutu.

Pedro però ha sempre vissuto col mito di Ibra, tanto da mettere in cima alla lista dei suoi desideri quello di incontrarsi di persona. A Firenze non avrebbe la possibilità di conoscerlo, ma magari l’opportunità di emularlo.

Simone Gamberini

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