Se negli States il “soccer” sta vivendo un periodo d’oro, lo deve anche alla generazione passata. La nazionale a stelle e strisce degli anni di Donovan, Dempsey e Howard ha spinto parecchio il movimento calcistico, portando milioni di ragazzini a preferire gli scarpini a una palla a spicchi e a guardare i Mondiali del 2014 anziché le NBA Finals: tra loro c’è Patrick Schulte, portiere classe 2001 che si è preso il posto tra i pali di Columbus Crew.
Talento, personalità e professionalità: così Schulte si è preso il cuore dei tifosi di Columbus. 21 anni compiuti a marzo, ma quando gioca Patrick sembra avere la tranquillità di chi ha una carriera di un certo livello alle spalle. 29 partite da titolare in questa MLS, 7 porte inviolate e tante parate decisive: “Ci sono stati alti e bassi, ma è stata una bella stagione. Ho imparato tanto, speriamo di renderla ancora più bella nel finale” racconta il classe 2001 ai microfoni di gianlucadimarzio.com.
Il punto di partenza della sua carriera è St.Louis: tutta la trafila nell’academy della squadra della città, fino a gennaio 2022. Patrick si dichiara eleggibile al Super Draft di MLS (in pieno stile NBA) e Columbus lo seleziona alla dodicesima scelta. Dopo un primo anno di ambientamento è diventato titolare lo scorso marzo e da lì non si è più fermato.
Ma quali sono le sue caratteristiche? “Credo di avere grande qualità con la palla tra i piedi. Quando ero più piccolo ho iniziato a lavorare nel controllo del pallone col destro e il sinistro. Ma devo migliorare molto nelle uscite in alto per dominare l’area…”. Schulte è un portiere moderno. Ama far partire l’azione dal basso, senza paura.
Eppure la carriera di Patrick era iniziata in maniera differente. “Nel 2014 ho cambiato ruolo, sono passato da ala sinistra a portiere: in quell’anno c’era il Mondiale e Tim Howard mi ha ispirato. Crescendo ammiravo molto anche Neuer”. Forse proprio dal suo passato in mezzo al campo nasce la sua qualità col pallone tra i piedi.
Howard come idolo da bambino, Courtois come punto di riferimento oggi: “Mi piacerebbe essere come lui, provo a imparare qualcosa da ogni portiere”. Schulte segue molto il calcio europeo, anche quello italiano: “Onana era il mio portiere preferito prima che passasse al Manchester United. Giocare in Italia un giorno? Sì, se sarà la giusta opportunità per il mio futuro”.
L’Europa è dall’altra parte del mondo, ma sognare non costa nulla. Per lui sarebbe una seconda volta, dato che da piccolo si è allenato per qualche mese col Feyenoord. La testa ora, però, è solo sui playoff di MLS, poi si vedrà: di sicuro Patrick è uno dei gioielli più preziosi nella vetrina del calcio statunitense.
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