Sono passati ormai 13 anni da quando un giovane Javier Pastore lasciava il Palermo passando al Paris Saint Germain. Il legame tra lui e i rosanero però è sempre rimasto intatto. Intervenuto a Torretta Café, nuovo format del Palermo Calcio condotto da Sarah Castellana, l’argentino è tornato sugli anni in Sicilia, ripercorrendo la sua carriera fino all’imminente ritiro e i suoi piani per il futuro: “Vorrei restare in questo mondo“.
Pastore ha parlato delle differenze tra il suo Palermo e quello di oggi: “Sto vedendo crescere un Palermo diverso rispetto a quello che ho vissuto io. Oggi mi fa tanto piacere vedere un Palermo così con un centro sportivo dotato ad esempio di una sala da pranzo, una palestra ma anche di un posto come Torretta Café. Ricordo quando mi allenavo io a Boccadifalco ed era una cosa completamente diversa“.
L’argentino ha poi ripercorso la sua carriera: “Ho cominciato a pensare di avercela fatta soltanto adesso che non gioco più a calcio. Il mio percorso da calciatore l’ho vissuto normalmente, ogni cosa che mi succedeva credevo fosse normale. Arrivare a Palermo, giocare in una squadra con dei campioni o affrontare campioni di squadre come Inter, Juventus e Milan. L’ho vissuto come una normalità, come se stessi giocando con i miei amici in Argentina. Oggi mi rendo conto che ho fatto una carriera importante, ho giocato in campionati importanti. Sono stato 7 anni al Paris Saint Germain con giocatori che hanno segnato in maniera profonda il calcio mondiale. Ho condiviso momenti con loro dentro e fuori dal campo. Ho giocato bene a calcio, ho provato a fare sempre bene. È straordinario l’affetto che ricevo ancora oggi della gente quando vado a Palermo, a Parigi o a Roma (anche se lì non è andata come volevo). In tutte le squadre dove ho giocato ho costruito un bel rapporto con i tifosi, questa è la cosa più importante che oggi rimane molto di più di aver vinto una coppa o una partita“.
Quando arrivò in Italia dall’Argentina però il Palermo non era l’unica opzione: “C’erano Chelsea, Milan, Porto come altre opzioni rispetto al Palermo. A quel punto è entrata di nuovo in gioco la mia famiglia. Prima quando ero a Cordoba abbiamo scelto l’Huracan anche se c’era la possibilità di andare al River o al Boca perché mi sentivo che potevo dare molto di più in quella squadra ed è andata molto bene. Infatti lì ho fatto un anno incredibile che mi ha aperto la porta dell’Europa. Parlando con i miei abbiamo deciso che la migliore opzione per fare il primo passo in Europa era il Palermo. Grazie a Dio non mi sono sbagliato, da lì è cominciata un’avventura magnifica“.
L’ormai ex centrocampista ora però sta guardando al futuro: “Non gioco più a calcio da un anno e sette mesi. Mi sono operato 8 mesi fa, adesso sto benissimo
non ho più dolori però ho perso tanto tempo. Non ho continuato ad allenarmi in un modo professionale. Ogni anno il calcio cambia tantissimo. Oggi è più importante il fisico, i giocatori sono atleti. Non ho in testa di tornare in campo, penso che prima di giugno 2025 annuncerò ufficialmente il mio ritiro dal calcio giocato, ma sto studiando per restare in questo mondo che amo“.
Futuro che però è ancora tutto da scrivere: “Ancora non lo so, sono nel momento in cui mi piacerebbe restare nel calcio perché lo amo e mi piacerebbe tanto aiutare i bambini a crescere e a formarsi. E’ qualcosa che mi interessa fare, mi sto preparando. Sto facendo un corso di management con la FIFA, è molto interessante perché mi dà la possibilità di conoscere le persone che lavorano in diversi ambiti dei Club. Mi sto riempiendo di informazioni per capire veramente in che momento mi senta pronto per fare qualcosa nel calcio. Farò anche il corso di direttore sportivo, però per il momento non ho deciso bene che strada prendere nel mondo del calcio. Mi sto preparando per decidere nei prossimi anni“.
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