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Passato, presente, futuro: il Lazio-Inter di de Vrij come un romanzo di Dickens

Passato, presente e futuro. Se la nottata di de Vrij fosse un romanzo sarebbe “Canto di Natale” di Charles Dickens. Ovviamente un po’ rivisitato. Stefan non è il vecchio Scrooge, senz’anima e antipatico, tirchio e scontroso, tutt’altro. Proietta sicurezza e molta fiducia. Non solo perché di mestiere fa il centrale difensivo, tra i migliori del ruolo, ma per una leadership silenziosa che i compagni riconoscono da tempo. Ma la sua notte sarà inquieta e molto strana. Come quella di Scrooge, avido e solo, pronto a ricevere la visita di tre fantasmi per fargli capire il significato delle proprie azioni. Quelle passate, presenti e future. Ciò che sarà. Ciò che potrebbe essere. Ciò che sarebbe potuto accadere se avesse fatto le scelte giuste. Una sfilza di periodi ipotetici sul senso della vita e dei gesti quotidiani. Bestseller mondiale.


La notte di Stefan sarà tormentata. Come se alla fine, rigirandosi nel letto, guardando ossessivamente l’orologio, fosse prigioniero dei propri pensieri, accompagnato dagli “spiriti” di Dickens. Un tris. Quello del passato gli sorride, è benevolo, lo accompagna in ciò che è stato. L’arrivo a Roma dopo il Mondiale da protagonista, l’esordio, il primo gol contro il Bassano in Coppa Italia, il primo ritiro, la passione per gli gnocchi e le lezioni di inglese. Roma casa sua, dalla casa all’Olgiata alle cene da Aroma vista Colosseo. Quei bei voti, presi a scuola da bambino, e replicati in campo da centrale. Nel passato c’è anche l’ombra di un ginocchio che cede, ma la luce del rientro dopo 350 giorni, aspettato dalla Lazio e da una piazza intera, convinta di aver trovato “il miglior centrale del mondo”. Il passato conta. Come il presente: la Supercoppa vinta con la Juve, i 7 gol stagionali, il feeling con Inzaghi, il cammino lento fino a oggi. Sfida secca per la Champions, un sogno che la Lazio insegue da 11 anni dopo stagioni maledette. E in un’annata storica manca solo la firma finale. In una finale.

I primi due spiriti fanno dormire de Vrij, l’ultimo – quello del futuro – lo preoccupa e non poco, tenendolo insonne. Perché dipende dalle sue azioni, Stefan lo sa, ma anche dal caso. De Vrij giocherà contro il suo futuro, dal primo luglio sarà il difensore centrale dell’Inter. Una vittoria significherebbe Europa League la prossima stagione, una sconfitta Champions League. Una situazione paradossale. E l’olandese sa bene che un errore, ovviamente in buona fede, potrebbe diventare una spada di Damocle, tagliando di netto il suo rapporto con la Lazio. Dietrologie non ce ne sono. Soltanto uno spirito che gioca il suo ruolo ed entra nei pensieri di de Vrij. Passato, presente, futuro. Come spiegava Dickens. Una notte tormentata. Un’ultima notte da biancoceleste, in un Olimpico sold out, e a Roma, cancellando gli incubi e scacciando i fantasmi. L’ultimo regalo del gentil Stefan ad una Lazio non più sua, ma che l’ha reso l’uomo di oggi.

Francesco Pietrella

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