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Pasculli: “Il Bangor, Mazzone e Liverani. In Galles vorrei La Mantia”

Argentino nell’animo, italiano d’adozione. Quasi trentacinque anni trascorsi nel Salento, adesso una nuova avventura all’estero, al servizio di un altro… “italo-argentino” come lui. Pedro Pablo Pasculli, campione del mondo nel 1986, sarà presto ufficializzato come nuovo allenatore del Bangor City, club di seconda divisione gallese acquisito poche settimane fa da una cordata guidata da Domenico Serafino.

Fondato nel 1876, infatti, il Bangor City è uno dei club più antichi dell’intera nazione, penalizzato negli ultimi anni da questioni riguardanti l’assetto societario ma ora determinato a ottenere la promozione e tornare ai massimi livelli. “Abbiamo due partite da recuperare – ha spiegato Pasculli ai nostri microfoni -, al momento siamo noni in classifica. Se riuscissimo a vincerle entrambe, dovremmo agganciare il secondo o terzo posto in classifica, per poi puntare sempre più in alto”. Il progetto di Serafino, musicista nato in Italia e successivamente trasferitosi a Buenos Aires, si presenta come decisamente ambizioso e volto a coinvolgere, tanto dal punto di vista societario quanto sotto l’aspetto tecnico, un buon numero di professionisti italiani.

“Suo figlio Francesco, classe 1997, gioca qui già da prima che Domenico acquistasse il club. Ci sono nove italiani in rosa, anche il ds Max Leghissa è originario del Friuli. Nella sessione di gennaio, però, proveremo ad acquistare alcuni ragazzi gallesi: il loro tesseramento sarà fondamentale anche per rinforzare anche la squadra B. L’obiettivo è quello di tornare al top nel giro di due, tre stagioni al massimo. Per quanto riguarda me, da ormai un settimana mi sono trasferito qui per dirigere gli allenamenti e, nei prossimi giorni, firmerò il contratto”, spiega Pasculli.

Negli Argentinos Juniors prima, in nazionale poi, Pasculli ha vissuto esperienze uniche al fianco di Diego Armando Maradona. Classe 1960 tutti e due, oggi condividono il ruolo di allenatore. “In questo mestiere non si smette mai di imparare, ancora oggi mi guardo intorno e studio i migliori del settore – continua Pedro -. Il calcio di Guardiola è quello più bello, in Premier però ammiro anche Mauricio Pochettino. Giocano un calcio veloce, divertente, Pochettino ha pure quella grinta che all’interno di uno spogliatoio è fondamentale. Nel corso della mia carriera da calciatore, invece, un ruolo centrale l’ha ricoperto Carletto Mazzone. Certo, quello era un calcio diverso, ma per molti Carlo è stato davvero un padre, ha aiutato alcuni ragazzi a crescere e diventare grandi. Un condottiero da prendere d’esempio”.

Dal “suo” Lecce a quello di oggi, la stima di Pasculli si estende anche a Fabio Liverani: “E’ spregiudicato, per lui parla il campo. Ma questo è anche simbolo di grande personalità. Quello che Fabio ha fatto a Lecce nelle scorse stagioni rimarrà nella storia, quest’anno non abbiamo ancora visto la sua squadra al 100%”.

“Certamente, una volta affrontate Milan e Juventus per i giallorossi (che avranno a quel punto già sfidato tutte le “big” del campionato, ndr) la strada si farà più semplice, ma a prescindere da ciò se Mancosu e compagni riuscissero a giocare sempre come hanno fatto a Torino, inevitabilmente arriveranno anche i risultati. Credo che Liverani, davanti a sé, abbia davvero un grande futuro. Il Lecce, con lui, può sicuramente puntare alla salvezza”.

Dalla panchina al campo, Pasculli “ruberebbe” volentieri un centravanti a Liverani: Babacar? Lapadula? No, La Mantia. “Facile guardare Falco e le sue giocate spettacolari, ma chi per me fa un lavoro strepitoso è proprio Andrea. Bangor City a parte, dove chiaramente sarebbe un sogno avere uno come lui, La Mantia merita più spazio anche in Serie A: fa salire la squadra, protegge bene il pallone, ha un’intelligenza tale da sapersi allargare in fase difensiva per poi attaccare centralmente e fare gol. Anche di testa. È davvero un giocatore completo, ha la giusta qualità per poter fare la fortuna del Lecce anche quest’anno”. La stagione del Lecce passa dalle giocate – anche – di La Mantia, quella del Bangor da Pedro Pablo, Serafino e soci. “Italo-argentini” nel pallone, con la promozione in Premier League in testa.

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Francesco Calvi

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