“Un campionato buono, da trasformare in ottimo in queste ultime nove giornate” come dalle parole di Marco Giampaolo. È quello della Sampdoria del Presidente Ferrero, impegnata a chiudere al meglio questa stagione e già al lavoro per il futuro: dal rinnovo (atteso a breve) con l’allenatore, ai nuovi rinforzi per affrontare il prossimo campionato, il nome tornato di moda in queste ore in casa Sampdoria è quello di Sebastián Driussi. Classe ’96, professione attaccante: tecnica, agilità, forza fisica e duttilità le caratteristiche del ragazzo cresciuto a pane e River Plate. E cercato già a gennaio dagli uomini di mercato della Samp: “Grazie per l’interessamento, ma Sebastián ora non parte” la risposta dei ‘Los Millonarios’. Dove l’argentino (nato a Buenos Aires) di origini italiane (ha il doppio passaporto) ha dato i primi calci ad un pallone: a undici anni la prima volta al ‘Predio Ezeiza’(centro sportivo del River dove si allenano prima squadra e giovanili) e i primi gol a metterne subito in mostra colpi e talento. Nato regista, viene poi spostato sulla trequarti, ma è vicino alla porta che risulta più devastante e dove si scopre essere una punta letale.
Al Sudamericano Sub-17 nel 2013 la prima apparizione da protagonista: coppa alzata al cielo e titolo di capocannoniere della competizione. Cinque i gol in otto partite, da vedere e rivedere la rovesciata dal limite dell’area contro l’Uruguay. Tra i migliori nel Campionato Mondiale Under 17, dopo il Mondialito per Club di Madrid il suo nome inizia a circolare in Europa. Nel mentre, a soli diciassette anni arriva l’esordio tra i professionisti, maglia biancorossa sempre sulle spalle: è il 2 dicembre del 2013, River Plate – Argentinos Junior 1-0. Driussi chiude la prima stagione tra i grandi realizzando una rete, e conquistando il Final e la Coppa Sudamericana. Gol che diventano quattro l’anno successivo, quando Driussi scende in campo con regolarità e il River vince Campionato, Copa Sudamericana e Copa Libertadores: Sebastiàn mette piede sul terreno di gioco anche in entrambe le finali, a soli 18 anni ha praticamente già vinto tutto quello che c’era da vincere in Sudamerica. L’anno della svolta personale però è quello in corso: al fianco di Lucas Alario (cercato in estate dal Genoa di Preziosi) forma la coppia d’attacco titolare del River Plate di Marcelo Gallardo.
Undici i palloni spediti in rete, decisivo quello contro il Santa Fe nella finale di ritorno del ‘Monumental’ nella Recopa Sudamericana, ennesimo trofeo alzato al cielo dall’argentino. Fresco di rinnovo a novembre con il River (nuova scadenza portata al 2019 e clausola rescissoria di quattordici milioni di euro), e passato in pochi anni da talento cristallino ma discontinuo a gioiello pronto a maturare, a fare il grande salto e a diventare un vero e proprio ‘craque’ nel vecchio continente. La Sampdoria vorrebbe che a vederlo esplodere fosse Genova, Italia: dove Driussi lo scorso maggio è stato per qualche giorno di vacanza. Roma, Milano e Venezia le tappe dell’attaccante argentino, documentate passo passo sul suo profilo ufficiale di Instagram (dove a seguirlo sono oltre trecentomila follower). Fontana di Trevi, il Duomo e il Canal Grande i luoghi scelti per uno scatto ricordo, prima di ripartire direzione Buenos Aires, per diventare sempre più protagonista. Del campionato, e a breve del mercato: pronto a riaccendersi, e a far tornare Driussi in Italia. Questa volta per restare.
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