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Udinese, Palma: “Sarei contento di accettare la Nazionale. Voglio il primo gol in Serie A”

Palma (IMAGO)

Le parole di Matteo Palma, difensore classe 2008 dell’Udinese, a Udinese Tonight

Tra i volti nuovi in questo inizio di stagione in casa Udinese c’è sicuramente Matteo Palma. Giovane difensore classe 2008, che ha debuttato contro il Sassuolo a fine settembre. Nato a Berlino, non ha escluso un futuro con la maglia Azzurra: “Non so ancora per che Nazionale giocherò. Per ora sono con la Germania, ma se arrivasse la chiamata dell’Italia sarei contento di accettarla. Non ho preferenze“.

Cresciuto nel settore giovanile dell’Hertha Berlino, prima di essere aggregato al vivaio bianconero nell’estate del 2022, Palma è sceso in campo anche nella sconfitta contro la Roma: “Ero sicuramente agitato prima della partita, ma poi in campo non ho sentito nessuna pressione, perché è quello che amo e che faccio da sempre“. Sull’episodio del rigore, invece: “Nessuno ha protestato, a bordocampo non capivamo perché ci fosse un check in corso. Quando poi lo hanno dato ero allibito. In area non puoi tenere le braccia larghe, ormai ogni tocco di mano è rigore. Anche i contatti con gli attaccanti ormai sono sempre rigore, è difficile“.

A soli 17 anni, il classe 2008 è entrato in pianta stabile nelle rotazioni della squadra di Runjaic fin da inizio stagione: “Ho giocato tanto in precampionato, poi sono partito da titolare in Coppa Italia. Purtroppo ho avuto quell’infortunio ma l’obiettivo è sempre stato quello di farmi trovare pronto quando serve e mettere in difficoltà il mister“.

Palma è già riuscito a mettersi alle spalle un debutto difficile: “Da solo avrei fatto fatica, ma per fortuna compagni, familiari e procuratori mi hanno tutti dato una grande mano. Soprattutto i compagni in allenamento mi hanno sostenuto, dicendomi di guardare subito avanti e dimenticare quella partita. È quello che ho fatto e mi ha aiutato tanto, ho pensato solo ad allenarmi e a fare bene la partita dopo“.

Palma: “Vado ancora a scuola. Kabasele? Pensavo mi avesse preso di mira”

Il giovane difensore dell’Udinese ha parlato del suo rapporto con i compagni di reparto, in particolare con Kabasele: “All’inizio pensavo mi avesse preso di mira, poi ho capito che lo fa per il mio bene e che sa che ho un grande potenziale, quindi reagisco bene. Mi sgrida se arrivo a ultimo a pranzo, cose così, e io apprezzo molto. Solet mi da tanti consigli ma sa essere severo, quello che mi coccola di più è Ehizibue“.

Non c’è solo il calcio nella vita di Palma: “Sono tra i pochi giocatori che va ancora a scuola. Faccio videolezione da casa, è l’unico modo possibile. È faticoso, ma mi metto d’accordo ogni settimana con i professori per fare almeno un’ora per materia e riuscire a finire l’anno. Faccio il liceo sportivo, il prossimo anno avrò la maturità. Finire la scuola è importante. Magari per altri non lo è stato, ma per me è fondamentale. Il calcio è un lavoro, ma poi quando finisci di giocare non sai come possono andare le cose e per fare un altro lavoro la scuola ti serve. Tanti dicono che non è necessaria, ma anche nella vita quotidiana ti aiuta a capire tante cose“.

Runjaic (IMAGO)

“Sogno il primo gol in Serie A, ho il poster di Van Dijk in camera”

Matteo Palma ha parlato anche dei suoi tanti obiettivi e sogni, non potrebbe essere altrimenti per un giovane ragazzo che si affaccia in Serie A: “Vorrei riuscire anche a segnare il primo gol in Serie A“. Ma l’ambizione più grande è un’altra: “L’obiettivo è rendere orgogliosi i miei genitori. Adesso sono già soddisfatti, ma vorrei che non avessero mai preoccupazioni a causa mia e vorrei sempre fare tutto quello che posso per loro“.

L’intervista del difensore classe 2008 si è chiusa parlando dei modelli del giovane italo-tedesco: “In camera ho ancora adesso il poster di Van Djik“. Sul numero di maglia, invece: “Essendo uno dei più giovani ho dovuto scegliere tra i numeri rimasti liberi. Non volevo un numero alto e così ho scelto il 16, che era la mia età in quel momento“.

Lorenzo Renna

Nato durante i Mondiali di Corea, lo stesso giorno di Frank Lampard. Ci ho provato prima da calciatore e poi da arbitro, ma ho presto capito che a me lo sport piace raccontarlo più che viverlo in campo. Studio Economia e Azienda Digitale, ma parlo 24 ore su 24 di calcio.

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