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Palermo, Mignani inizia con un pari: l’impronta nel 2-2 con la Samp

Grinta e mentalità. La prima di Mignani sulla panchina del Palermo non è stata una vittoria, ma i segnali sono positivi. Il 2-2 contro la Sampdoria, davanti ai più di 23.000 spettatori del Barbera, è frutto di soli due giorni di lavoro, quelli avuti a disposizione dall’allenatore subentrato a Corini.

Una sfida del cuore per Mignani contro la “sua” squadra (nato a Genova e cresciuto calcisticamente nella Samp), un test difficile e superato, nonostante sia mancata la vittoria. 

 

Mignani, l’impronta visibile all’esordio

“Mi servirà anche un pizzico di fortuna – aveva detto Mignani senza nascondersi nella conferenza di presentazione – Sarei presuntuoso se vi dicessi che ho capito già tutto“. Vero, il Palermo non è uscito dal momento difficile (quinta partita senza vittoria nelle ultime sei), ma sul campo il tocco di Mignani si è già visto

Intanto con il passaggio dal 4-2-3-1 o 4-3-3, i moduli che Corini ha utilizzato in questa stagione, al 3-4-1-2, con la presenza del trequartista che è il perno su cui si basa il gioco dell’allenatore genovese. Vista l’assenza di Ranocchia, sotto le due punte ecco Di Francesco, davanti a lui Brunori e Mancuso (entrambi a segno nel primo tempo). Un lavoro soprattutto sulla testa, di una squadra sconfortata dai recenti risultati. 

 

Dopo il 2-2, ì rosanero hanno cercato la vittoria con tutte le proprie forze, con un Mignani scatenato in panchina ad incitare i suoi ragazzi. Tanti applausi e apprezzamenti, soprattutto quando la sua squadra riusciva a difendere bene gli attacchi avversari. Sintomo di come i troppi gol presi (con i due di oggi i rosanero sono a quota 47, la terza difesa più battuta della Serie B) siano il primo problema da risolvere al più presto. 

 

Il primo “metro”

Il punto è solo uno, la fiducia tanta, in vista delle prossime sei partite della regular season in cui l’obiettivo sarà consolidare il piazzamento in zona play-off visto che il secondo posto dista 11 lunghezze. La strada è lunga e c’è tanto lavoro da fare. Il primo metro del viaggio è stato però tracciato. L’era Mignani a Palermo è appena cominciata.

Manuele Nasca

Nato a Palermo nel 1999. Il calcio da sempre, nel salotto di mio zio tutte le domeniche (la squadra non ve la dico). Se ve lo state chiedendo, sí volevo fare il calciatore (ero bravino) ma dovevo studiare. Così oggi mi diverto con la tastiera con un solo obiettivo: emozionare ed emozionarvi (“l’articolo è per il giornalista come un quadro per il suo pittore”, mia)

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