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Palermo, Bortoluzzi non si illude: “Non guardiamo ad Empoli e Genoa, senza Nestorovski serve sacrificio”

Tre punti col Chievo potrebbero riaprire una situazione impensabile solo due settimane fa per il Palermo. Non è però questo il chiodo fisso di Diego Bortoluzzi, consapevole di dover attendere combinazioni favorevoli dagli altri campi per credere in un miracolo: “Pensare ai risultati degli altri è inutile, pensare troppo in là lo è altrettanto. Dobbiamo ragionare partita dopo partita, io per primo, vedendo cosa ha detto quella precedente per preparare la prossima, senza guardare la classifica. Tutti abbiamo l’obbligo di finire la stagione al meglio e abbiamo preparato la partita per questo. I ragazzi si sono allenati benissimo durante la settimana e dobbiamo ripetere la prestazione, che è frutto di quel che si mette durante la settimana. Quanto fatto vedere a livello di squadra la scorsa settimana va riproposto”.

Non ci sarà Nestorovski, per la prima volta in stagione. Assenza pesante per il Palermo, ma Bortoluzzi ha già pronte le alternative: “In settimana ho cambiato formazioni e squadre, ho guardato un po’ tutti e scelgo chi mi ha fatto vedere di più quelle cose che ci serviranno. Chi prende il posto di Nestorovski deve fare una partita di grande sacrificio, come fatto da lui domenica scorsa. Lui è stato pronto a rientrare sui mediani come avevamo preparato e quando non ne ha avuto più ha chiesto il cambio. Non importa che non ci sia un’altra prima punta, chi dovrà giocare domani dovrà correre molto e rispettare le consegne di squadra”. Stessa cosa per il portiere, col tecnico sibillino sul dualismo Fulignati-Posavec: “Ma ormai ho deciso”, rassicura l’allenatore rosanero.

In attacco si va all-in su Diamanti, possibile esperimento nel ruolo di falso nove: “Diamanti era sulla stessa linea di Nestorovski con la Fiorentina e insieme hanno fatto un lavoro importante, non solo in fase di copertura, ma anche di ripartenza. Noi dobbiamo riproporre le stesse caratteristiche”. Senza dimenticare la base di partenza, ovvero una maggiore solidità difensiva: “Chiudere gli spazi deve essere la base, prima bisogna lavorare in dieci in ogni fase della partita e bisogna partire dalla fase difensiva, rispettando le distanze e lavorando insieme di squadra. Indipendentemente dal tipo di partita, questa deve essere la base di partenza. Dopo la scoppola di Roma non ti senti tanto libero mentalmente, semmai c’è stata la consapevolezza di dover intraprendere la strada del lavoro e dell’applicazione per non incorrere in brutte figure”.

Redazione

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