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Dallo scudetto al lungo addio: Napoli-Osimhen, la storia dell’estate

Lagos e Napoli. Due popoli. E quell’anello di congiunzione individuato in Victor Osimhen che nel 2023 diventa così solido. Come cornice lo Scudetto e l’ex Wolfsburg al centro del mondo. 31 gol e 5 assist in 39 apparizioni. Spalletti lo culla – se ne innamora. Lui ringrazia sul campo. Ai lati Lozano e Kvaratskhelia, Osi come punta di diamante. Da sconosciuto a «calciatore da seguire». E cresce a vista d’occhio. Dalla Francia all’Italia: diventa attaccante totale. E totale diventa anche il Napoli. Prima Gattuso, poi Spalletti. Qui affina la sua tecnica. Osimhen non è più solo attaccare la profondità, ma anche legare il gioco. Scopre un mondo nuovo che gli permette di diventare ancora più autonomo. Nel Napoli che incanta l’Europa il «ragazzino» diventa grande. È dominante. Tutti parlano di Victor. Ovunque. Bello, bellissimo.

«Restare». È questo il verbo che Osimhen pare voglia tramandare. Più del racconto del campo. Una personalità stile Michael Jordan. E diventa una storia da ascoltare con attenzione se il protagonista è un profilo che arriva dal nulla. L’infanzia in Nigeria? Una cicatrice che resterà. Oluosun – periferia vicino Lagos – come luogo di lavoro. La discarica di Oregun gli regala il primo paio di scarpe da calcio. Victor Osimhen non aveva nulla. Non ha mai avuto nulla. No: neanche la madre – deceduta all’età di sei anni. A sette è costretto ad aiutare la famiglia. «Ho perso mia mamma in ottobre, non ricordo nemmeno l’anno. Ero piccolo. Tre mesi dopo, mio ​​padre perse il lavoro. È stato molto difficile per la nostra famiglia» ha spiegato l’attaccante in un’intervista.

Osimhen, addio al Napoli: sarà del Galatasaray

Con il tempo diventa «bello da morire». Quantità e gol nel sangue. Attaccante atipico – certo, ma quanto segna. Dal punto di vista tecnico andrebbe affinato. Ma è proprio questa sua peculiarità di non conoscere il gioco che gli permette di diventare devastante. In questa sua difficoltà – si vede – ne esce forte. Fortissimo. Sullo sfondo il gol contro la Roma: quasi fa fatica a controllare un pallone praticamente perso, poi incanta tutti con un tiro al volo micidiale.

 

Credits Photo: Mirko Barbieri

 

Con Garcia e un anno tormentato da ostacoli vari, il diamante di Lagos brilla nonostante tutto. Tra situazioni difficili in quel di Lagos, tre allenatori cambiati ai piedi del Vesuvio e un rapporto non proprio idilliaco con il ct della Nigeria. A Victor scivola tutto sulle spalle: tanto che conclude la stagione con 17 timbri e 4 assist. Numeri importanti. 

Dal rinnovo al Galatasaray: Victor, il futuro è un dilemma

Poi il futuro inizia a bussare alla porta. Dicembre 2023. Nero su bianco. Dopo un’estate fatta di voci e aria pesante, Osimhen rinnova per davvero. Lo fa fino al 2026. Un rinnovo che sa d’addio, ma Calenda – agente del giocatore – spiega così: «Victor ha sempre dimostrato grande attaccamento alla maglia e alla città di Napoli, voleva fare questa cosa e il Napoli stesso ha fatto di tutto perché ciò si avverasse. Speriamo di raggiungere altri risultati insieme».

Ingaggio importante e una doppia clausola – per club arabi ed europei – capace di far sognare l’attaccante nigeriano. Dalla Premier League alla Liga spagnola, passando per il Psg. Tutti vogliono Osimhen. La clausola è intrigante. E l’addio pare sia cosa certa. «Ho già deciso quale sarà il prossimo passo da fare a fine stagione. Ho già deciso e ho il mio piano, so cosa voglio fare» tuona Victor dalla Nigeria. «Non sono rimasto stupito dalle sue parole. Sapevamo già che sarebbe andato via» annuncia De Laurentiis al termine di un’assemblea di Lega. Sono i primi saluti di una storia bellissima.

Credits Photo: Andrea Rosito

Estate 2024. Da vittori(osi) – perché il maxi rinnovo mette d’accordo tutti – a furi(osi) – non arrivano offerte importanti. De Laurentiis vuole i soldi della clausola, Osimhen non vuole più il Napoli. Dall’Al-Ahli al Chelsea: l’accordo tarda ad arrivare. Il ragazzo di Lagos si allena ma «Victor ha espresso l’assoluta volontà di non stare a Napoli, di non giocare per il Napoli, e noi abbiamo provato ad assecondarlo» annuncia Manna. Osimhen è fuori rosa. Finisce il calciomercato, ma non quello in Turchia. Anzi: diventa quasi un’occasione. Il Galatasaray perde Icardi per infortunio e Victor ha una voglia matta di lasciare il Vesuvio. Prestito secco e ingaggio pagato dalla società di Dursun Özbek. Mertens spinge per tornare a giocare con il classe ’98. Lo corteggia come un ds qualsiasi. Così alle 23.37 su un volo privato direzione Istanbul Osimhen lascia Napoli, uno Scudetto destinato a restare nella storia e un legame indissolubile. Che con il tempo poi è quasi diventato nocivo, doloroso. Un po’ come «ti lascio perché ti amo troppo». Ecco: Osimhen e il Napoli si sono amati così tanto da non volersi più.

Gennaro Del Vecchio

Giornalista pubblicista, studio il calcio in tutte le sue forme. Nato a Napoli nel 2002, osservo e analizzo le rivoluzioni tattiche dei maestri in panchina. Talento e dieci «old style»: passione unica

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