Parma, Jacob Ondrejka (imago)
Jacob Ondrejka, attaccante svedese del Parma, ha parlato alla stampa spaziando tra infortunio, recupero e momento della stagione
“In questo momento mi sento molto bene”. Un grande sorriso e una risposta carica di significato per Ondrejka, in recupero dopo il brutto infortunio subito durante il ritiro estivo.
Diversi mesi fuori dal campo e un lavoro, lontano dal campo e dai riflettori, per recuperare al meglio e mettersi a disposizione di Cuesta e compagni.
Da qualche settimana si allena con il gruppo e, partita dopo partita, l’allenatore spagnolo gli sta concedendo sempre più minutaggio per portarlo nella sua condizione migliore: “Sento ancora un po’ di dolore al piede, ma tutto sta andando nella direzione giusta”.
Ergo: serve sempre tempo, e pazienza aggiungiamo, prima di vedere l’Ondrejka ammirato nella seconda parte dello scorso campionato, capace di realizzare ben cinque reti da gennaio e contribuire alla salvezza del Parma.
Ed è proprio dall’infortunio è partita l’intervista all’attaccante svedese: “Non è stato piacevole a essere onesti. Anzi è stato difficile, non ero pronto ma ho avuto un altro infortunio simile prima. Ho avuto una frattura da stress al piede quando giocavo in Belgio. Ho subito un intervento chirurgico e sono stato fuori per quattro mesi e mezzo con lo stesso processo di guarigione più o meno. Quindi ero un po’ abituato, ci vuole tempo. Ricordo che la prima partita con il Mantova, in amichevole, ero un po’ spaventato, ma sto migliorando sempre di più“.
Ondrejka è considerato dai tifosi come uno dei giocatori di maggior qualità della squadra: “È bello che la gente pensi questo di me. È per questo che giochi a calcio. Vuoi essere il più bravo e vuoi che le persone abbiano fiducia in te, che credano in te e che siano sicure che tu possa dare il meglio. Certo, questo mi mette sotto pressione, ma poi sta sempre a me cercare di far divertire i tifosi, almeno, anche se non segno, magari semplicemente essendo un buon giocatore in campo”.
Questo fine settimana il Parma ha riposato visto l’impegno del Napoli in Supercoppa e, dopo tre giorni di riposo, è tornato ad allenarsi a Collecchio. Il pensiero è andato alla gara contro la Lazio, persa 1-0 al Tardini: “Non è stata una sensazione positiva. Dopo questa partita ci siamo sentiti tutti un po’ delusi, soprattutto per aver perso nel finale di gara con due uomini in più. È stata una delle sconfitte più dure di questa stagione. Ci siamo detti che dobbiamo lavorare insieme. È l’unica cosa di cui abbiamo bisogno: lavorare insieme e cercare di vincere le partite“.
Ma ora c’è la Fiorentina, partita importante per cercare di superare il momento: “L’obiettivo è quello di avere un po’ più il controllo della gara e cercare di giocare un po’ più in attacco come abbiamo fatto alla fine della partita contro la Lazio, con la speranza di creare più occasioni da gol. Perché se non segniamo, non possiamo vincere le partite. E il calcio è tutto incentrato sul vincere le partite e segnare gol”.
L’attenzione si è spostata poi sugli allenatori e con le differenze tra Chivu, avuto lo scorso anno, e Cuesta: “Penso che siano un po’ simili. Entrambi ci spingono davvero a diventare giocatori migliori. Il modo di giocare è un po’ diverso da quello che voleva Chivu e da quello che vuole Cuesta adesso”. E sul rapporto con l’allenatore spagnolo: “È molto buono”. Anche sulla posizione preferita si è espresso con decisione: “Dipende dalla formazione che schieriamo e anche dal modo in cui giochiamo. A me piace stare sul lato sinistro o dietro l’attaccante. Quindi o come numero 10 o come ala”.
Sulla capacità di segnare e fornire assist: “Ho sempre provato a fare del mio meglio in campo, ma non contano solo i gol o gli assist. Puoi essere un buon giocatore lo stesso. Io sto facendo del mio meglio per aiutare la squadra, sono un giocatore offensivo e devo aiutare i miei compagni in questo senso”.
Arrivare dall’estero e imporsi sin da subito in Serie A non è semplice e spesso si parla di ‘adattamento’: “Non credo che sia tanto una questione di adattamento… – sottolinea Ondrejka – ma dipende più dai giocatori, dalla squadra, da come cercano di inserirti nella squadra e tutto il resto. Per me è andato tutto bene. Mi sono integrato molto bene nel gruppo l’anno scorso. Sono arrivato, all’inizio non ho giocato, ma poi quando ho iniziato a farlo, ho cominciato a fare bene. Mi sentivo bene. Mi diverto anche fuori dal campo, e questo mi aiuta molto“.
Sul vivere a Parma: “Sia io che la mia ragazza ci troviamo molto bene qui. È molto diverso rispetto a quando vivevamo in Belgio. E anche, a essere sinceri, rispetto alla Svezia. Diciamo che non ci siamo mai trovati così bene in un posto al di fuori del calcio come qui. Quindi ci piace davvero vivere qui a Parma, in Italia”. A chiudere anche un pensiero ai Mondiali per la sua Svezia: “Al momento siamo in una posizione un po’ difficile. Ma spero e penso che ce la possiamo fare. Abbiamo la prima partita contro l’Ucraina, penso abbiamo buone possibilità di superare quella partita. E poi giocare anche la finale in Svezia. Ho anche grande fiducia nel nuovo allenatore”.
Le parole di Weston McKennie, centrocampista della Juventus, ai margini dell'evento "Holiday Youth Community". La…
Rafael Leão torna ad allenarsi in gruppo: le ultime. Buone notizie per Massimiliano Allegri che…
Annullata la sfida a Perth tra Milan e Como: a breve il comunicato della lega.…
Niclas Füllkrug atteso in serata a Milano: il tedesco è pronto a diventare ufficialmente un…
La Roma continua a lavorare per cercare di consegnare il prima possibile un attaccante a…
Alla Juventus e al suo allenatore piace Davide Frattesi, centrocampista dell'Inter: l'analisi sul minutaggio tra…