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Occhi spalancati, cuore a mille: tra lacrime (di gioia) e sogni (realizzati), che favola Pellegri

Occhi spalancati, cuore ancora a mille. Insonne. Eccola l’ultima dolce notte di casa Pellegri, sorriso stampato in faccia per il sogno di un bambino diventato realtà. Quello del giovane Pietro: piccolo nuovo gioiello rossoblù, da ieri sera il più giovane giocatore ad aver realizzato una doppietta in Serie A. Uno due alla Lazio, sotto alla Gradinata Nord: “Per me che sono genoano e genovese, un sogno“. Realizzato. A soli sedici anni e mezzo. Ennesimo record battuto, dopo quelli di calciatore più giovane ad esordire in A (a soli 15 anni e 281 giorni) e più giovane 2001 (16 anni e 72 giorni) a mettere il suo nome sul tabellino dei marcatori in massima serie. Nel Totti day, all’ultima giornata dello scorso campionato. Predestinato, quelli come lui li chiamano così. “Anche se alla base di tutto c’è tanto, tantissimo lavoro le parole a Gianlucadimarzio.com del Responsabile del Settore Giovanile del Genoa Michele Sbravatidentro e fuori dal campo“.

Dove Sbravati Pietro lo ha visto crescere: “Per questo la serata di ieri ha un sapore ancora più speciale”. Con tanto di lacrime, di gioia. Quelle di papà Marco. Team Manager del Grifone, genoano, e papà orgoglioso del Golden Boy rossoblù. “Uno che le emozioni non le riesce a trattenere, e quella di ieri sera immagino sia stata senza dubbio una di quelle forti. – sorride Sbravati – Come tutte quelle vissute da Marco nell’ultimo anno“. Una vita spesa anima e corpo per il Genoa, gli anni passati a fare il Team Manager del Settore Giovanile. “L’esordio di Pietro in Serie A di Torino (lo scorso 22 dicembre) vissuto a fianco a me in tribuna“. E il passaggio, voluto fortemente da Juric al suo ritorno a Genova, in Prima Squadra. Il primo gol di Pellegri a Roma, ieri le lacrime di gioia in panchina e una dedica speciale. “Per il gol, che dedico a mio padre, Marco“. “Assieme a mamma Marzia sempre vicino a Pietro in questo suo percorso, per loro questi mesi sono stati una vera e propria altalena di emozioni“. L’ultima ieri sera. “Notte difficile da passare, intorno a mezzanotte a Marco ho mandato un messaggio: ‘Riusciamo a dormire?‘ La risposta?”. Scontata: “Non è semplice“.

Perché il sogno realizzato era da sempre rinchiuso nel cassetto: dal no allo United per amore del Genoa al desiderio di vedere Pietro esordire al Ferraris. “Sogno realizzato, grazie al lavoro che, Juric per ultimo, passando per tutti gli allenatori che hanno avuto Pietro in questi dieci anni di Genoa, è stato fatto in campo e fuori col ragazzo“. Lui, come Salcedo e i tanti giovani che dal Settore Giovanile si sono affacciati in Prima Squadra, è arrivato preparato caratterialmente e tecnicamente al salto tra i grandi. “Il lavoro svolto da Juric in questi mesi, poi, è stato fondamentale: abituato a giocare spalle alla porta, oggi Pietro è migliorato molto nei movimenti e nella capacità di attaccare la porta“. Guardare per credere, come fatto dai suoi ex compagni della Primavera ieri sera in tribuna. “Molti erano con me a vedere la partita, – continua Sbravati – con loro Pietro ha mantenuto un ottimo rapporto. Se in campo ormai è abituato a stare con ragazzi più grandi, nella vita di tutti i giorni Pietro continua a frequentare i ragazzi della sua età“. Gli amici di sempre, dopo le ore passate in campo a rubare i segreti dell’uomo del Triplete nerazzurro Goran Pandev e di tutti gli altri compagni.

A molti dei quali Pietro da ancora del lei, non a Mattia. Perin, in comune con lui c’è una maglia per entrambi da dieci anni cucita addosso: e l’amore per il Genoa, col quale il numero uno è cresciuto. Pietro c’è nato. “Lui e suo papà sono due persone da sempre innamorate del Genoa, per questo non si può che essere ancora più felici per quanto fatto da Pietro ieri sera. – a parlare è Carlo Taldo, direttore sportivo della Primavera rossoblù – Dove in accordo con la società l’hanno scorso lo abbiamo subito inserito. È stato sei mesi con noi, nei quali ha fatto da subito benissimo. Caratteristiche? Uno strapotere fisico che ha sempre avuto e che anche adesso in Prima Squadra sta mettendo in mostra, al quale ora però sta abbinando movimenti da attaccante vero: basta vedere i due gol che ha fatto ieri, il movimento in apertura nel primo gol è frutto di un grande lavoro fatto in Prima Squadra. È un movimento frutto di prove e prove, movimento che magari aveva anche dentro ma che non faceva regolarmente. Sta diventando molto pericoloso in zona gol, sta crescendo tantissimo, ora starà solo a lui dimostrare tutto il suo potenziale”. Per continuare a rendere orgogliosa la società rossoblù e ad essere stimolo per i suoi ex compagni della Primavera. “Sicuramente, le qualità di Pietro sono sempre state sotto occhi di tutti, ma per i nostri ragazzi ad essere d’esempio dev’essere la sua voglia di migliorarsi e di lavorare“.

Quella che Pietro mette ogni giorno in campo, sogni nel cassetto sempre lì pronti ad essere realizzati. Da ieri sera uno in meno, quello di un gol al Ferraris sotto alla ‘sua’ Nord. Secondo e terzo gol in Serie A dopo il primo di Roma, per il quale il Colombo di Genova al suo ritorno dalla Capitale lo scorso maggio si era tinto di rossoblù: tantissimi i tifosi del Genoa all’aeroporto a regalare un abbraccio alla nuova stellina del Grifone. Sempre più luminosa, nel cielo di Genova: occhi del mercato addosso. Inter, Juventus e Milan in Italia, forti le sirene inglesi per il 2001 col 64 di papà Marco sulle spalle. Fila delle pretendenti che si allunga, lui però ha testa e cuore solo per il suo Genoa. Al quale pensa senza aspettarsi niente: “Domani? Andrò come sempre al campo a lavorare, poi se arriveranno degli spazi me li prenderò”. Lavoro, lavoro e ancora lavoro. Senza neanche la possibilità di fare ‘il figo’ scuola con i compagni per la prima doppietta messa a segno in Serie A: “Mi segue un professore privato al pomeriggio, non ho classe e compagni e quindi non posso”. Testa e gambe solo al campo, per continuare a crescere. Nel segno sempre dell’idolo Ibrahimovic: “L’attaccante per me più forte del mondo” le parole di Pietro dalla pancia di Marassi. Quell’Ibra modello da seguire sul prato verde, è fonte d’ispirazione su Instagram: con quel @iampellegri a ricordare tanto l’@Imzlatanibrahimovic dell’attaccante svedese. Lui, però, è semplicemente Pietro Pellegri. Nuova stella del Genoa e del calcio italiano, con una storia già incredibilmente bella ancora tutta da scrivere.

Marco Bovicelli

Nato a Genova il 26 novembre del 1979, mi laureo nell'Università della mia città in Scienze della Formazione. Inizio a raccontare di pallone nel 2012 nella trasmissione "Goal Sera", sull'emittente ligure Telenord (anche se leggende metropolitane mi vogliono, microfono in mano davanti alla tv, a fare telecronache già all'età di cinque anni). Ho collaborato in qualità di redattore con fantagazzetta.it e ilpubblicista.it (testata online e cartacea con la quale lavoro tuttora). Giornalista pubblicista dal 2014, metto parole ed emozioni su Gianlucadimarzio.com dal novembre del 2013, per il quale ho iniziato seguendo quotidianamente la Sampdoria oltre a Genoa, Savona ed Entella. Sempre in viaggio, nella mia borsa non possono mancare penna, tablet e un buon libro.

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