Il presente è quel che conta. Si è soffermato su questo concetto Walter Novellino, che per la mente avrà tanti pensieri, tra una squadra decimata causa nazionali e una lotta salvezza sempre più complicata col suo Palermo. Il presente, però, lascia il posto al passato, quando tornano alla memoria quei quarantacinque minuti condivisi con Joahn Cruijff. Un tempo insieme, in campo nel Mundialito per club nel 1981, quando il fuoriclasse olandese indossò la maglia del Milan. E nel Milan c’era anche lui, Novellino, che ripercorre quello scampolo di gara contro il Feyenoord: “Non posso che avere un ricordo bellissimo – esordisce l’allenatore rosanero -.Ai tempi, nel Mundialito, potevamo permetterci di tesserare un giocatore straniero ed hanno scelto lui. Tra l’altro ci potevamo capire benissimo perché parlava perfettamente lo spagnolo”.
Dal campo si passa allo spogliatoio, dove il ricordo non è solo quello di un campione mai visto prona: “È stata una persona straordinaria ed eccezionale, è stata una grande esperienza poter giocare insieme, anche se poi si è infortunato”. Dal passato, però, si torna ancora una volta al presente. Quel presente amaro che ha privato il mondo di uno degli artisti più influenti dell’ultimo secolo, l’uomo che più di tutti ha rivoluzionato il calcio sia in campo che in panchina. E Novellino, pur avendo condiviso con lui solo un atomo della sua carriera, dimostra di essere sinceramente colpito dalla sua scomparsa: “Sono davvero dispiaciuto per la sua morte, ho seguito la sua battaglia col cancro. Aveva anche detto di essere in vantaggio 2-0, per questo non me l’aspettavo. Faccio le mie più sentite condoglianze alla famiglia”.
di Benedetto Giardina
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