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Novara, Macheda: “Al Manchester ero un bambino che stava vivendo un sogno: adesso sono maturo”

Federico Macheda, di nuovo lui. Nel 2009 due gol in Premier League, con tanto di abbraccio spettacolare al papà, lo facevano conoscere a tutto il mondo. La scorsa estate Federico era svincolato e in cerca di squadra: strano il destino. Lunedì doppietta al Frosinone, non gli capitava da 3 anni: vittoria per il Novara e speranze promozione più vive che mai. La Gazzetta dello Sport, tuttavia, preferisce fare un passo indietro e iniziare da quel 2009 magico:

“Ero un bambino che stava vivendo un sogno” – racconta Macheda “Ero in uno degli stadi più belli al mondo, con uno dei club più forti al mondo. Oggi sono un ragazzo molto più maturo, consapevole che non bisogna mai mollare. E che, nonostante si senta giovane, il tempo scorre veloce… Pentimenti? Di tutte le scelte che ho fatto, no. Poi è facile dire “è andata male, me ne pento”. Quando ho scelto, è perché in quel momento ho ritenuto fosse giusto così. Cristiano Ronaldo? Abbiamo giocato insieme qualche mese e avevamo anche un bel rapporto. Poi le nostre carriere hanno preso strade diverse. Di quel Manchester sento ancora Lingard e Welbeck, fortunatamente l’inglese l’ho imparato bene”.

La chiamata di Ferguson… “E’ arrivata prima dell’accordo con il Novara. Per me ha rappresentato tantissimo, a livello umano e calcistico. Non lo ringrazierò mai abbastanza. Le maglie le ho sempre con me in un borsone, come ricordo le parole dei miei ex compagni. Mi ripetevano di non mollare mai, perché dalla cima puoi ritrovarti in basso in un attimo. I mesi da svicolato li ho vissuti male, ma il calcio è questo, anche se gli infortuni hanno inciso. Ho rifiutato tre o quattro offerte, mi sono allenato con il Watford e a Roma in palestra da solo, ma sapevo che il mio momento sarebbe arrivato. Non sono un trentenne, dovevo solo farmi trovare pronto”.

Serie A, l’obiettivo dell’ex Manchester è la serie A: “Speriamo, anche perché c’è gente che ci arriva a 30 anni. Non credo sia assolutamente tardi, serve solo un po’ di continuità. Poi io ci ho già giocato. La scelta fu giusta perché la squadra era ottima e la piazza fantastica, ma dopo la sconfitta nel preliminare di Champions andò tutto male. Lazio? Della mia Lazio non c’è più nessuno, sono un semplice tifoso. E mi fa enormemente piacere vederla con tanti giovani e con un allenatore che dà fiducia ai ragazzi”.

Redazione

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