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Nottingham Forest, una magia di Osborn regala la vittoria.. ma il futuro è un punto di domanda

Un colpo di genio, un’invenzione da fermo. Una punizione come tante che si trasforma in una magia. Palleggio e tiro al volo con lo stesso piede. Portiere immobile e gol. È servita una giocata da campione di Ben Osborn al Nottingham Forest per avere la meglio sul Bristol City e tornare alla vittoria quasi due mesi dopo l’ultimo acuto. La prima per Gary Brazil, allenatore delle giovanili, chiamato per la seconda volta (nel marzo del 2014 sostituì Billy Davies) dalla proprietà kuwaitiana a “salvare” il Forest. Una confusione in quel di Nottingham che sembra non avere fine. Stagioni anonime che si susseguono ormai da anni, per un club storico del calcio inglese. Assente da quasi 20 anni dalla Premier, il Forest sotto la proprietà di Fawaz Al-Hasawi ha vissuto anni di lotte per non retrocedere in League One e un non invidiabile record di 10 manager esonerati in poco più di quattro anni. Da qualche settimana è tornato il “fido” Brazil e il ritorno alla vittoria apre uno spiraglio per una salvezza tranquilla.

Il futuro però rimane un grosso punto di domanda. A Nottingham la fiducia nella proprietà è ai minimi termini. Non si vede un progetto all’orizzonte e la recente cessione della stella Henri Lansbury all’Aston Villa è solo l’ennesima mossa che ha fatto arrabbiare i tifosi. Una protesta esplosa (civilmente) prima della gara di oggi fuori dai cancelli del City Ground. Come se non bastasse tutto ciò, è di qualche giorno fa la notizia della mancata cessione societaria. Si è conclusa con un nulla di fatto la trattativa tra Fawaz e l’imprenditore americano John Moores (ex proprietario della squadra di MLB dei San Diego Padres). 50 milioni di £ rifiutate e una nota del club che non ha trovato d’accordo molti tifosi: “Crediamo fortemente di aver agito in buona fede a nome del club e dei tifosi e che l’accordo, al momento, non è nell’interesse del medio e lungo termine del club“. Tutto fermo, ancora una volta. E con due Champions League in bacheca, vedere un club prestigioso come il Forest lottare per non retrocedere in League One, lascia l’amaro in bocca.

Marco Juric

Aspirante scriba, si avvicina al calcio giocato grazie alla chioma fluente di Giovanni Cervone. Folgorato dalla prima autobiografia di Roy Keane, non si innamora del Manchester United, ma del Nottingham Forest. Dopo i primi trent’anni di osservazione partecipante, ha deciso di passare gli altri trenta che gli rimangono a scriverne.

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