Dal Leicester al Bologna e al Girona fino al Nottingham Forest quest’anno. Sempre più club riescono a fare grandi stagioni: ma perché?
Se si parla della storia di Davide contro Golia, è difficile che qualcuno non la conosca. Nel calcio però non è certamente usuale perché ormai la differenza tra le squadre blasonate (le big per intenderci) e i club più piccoli è piuttosto ampia.
Di eccezioni ce ne sono diverse comunque, soprattutto da circa 10 anni a questa parte. Il Leicester campione d’Inghilterra nel 2016 è stato il preludio di ciò che è successo negli anni a venire e – forse – l’esempio più lampante e significativo. Poi Atalanta (che nel frattempo è diventata una big), Bologna, Girona, Bayer Leverkusen e – per ultimo – il Nottingham Forest di Nuno Espirito Santo che quest’anno sta facendo una stagione contro ogni aspettativa.
Idee, concetti, campionati e tempi diversi ma con un punto in comune: una grande annata compiuta. Ma perché negli ultimi anni sempre più club di questo tipo riescono a fare stagioni così?
Di certo, non c’è una ricetta scritta o un motivo soltanto, sarebbe troppo semplice e banale pensarla così. Lo sappiamo: il calcio ha mille variabili e dinamiche, ma è davvero una coincidenza?
La stagione del Leicester nel 2016 è nella mente di tutti, grandi e piccoli. Non c’era una singola persona, amante del calcio, che non tifasse per Ranieri e le Foxes. Alla fine – dopo una stagione incredibile – quella squadra vinse la Premier League davanti al Tottenham tra l’incredulità generale. Solo due anni prima era addirittura in seconda divisione e un paio di stagioni dopo era sul tetto dell’Inghilterra. Una stagione del genere è probabilmente più unica che rara per diversi motivi. Quel che è certo è che è stata una delle vittorie più emozionanti e inaspettate del calcio in generale.
Un anno più tardi – poi – è iniziato lo straordinario percorso dell’Atalanta. Nel 2016-2017 i bergamaschi arrivarono quarti e riuscirono a centrare la qualificazione in Europa League. Da lì in poi la squadra di Gasperini ha avuto una crescita esponenziale tra Europa League e Champions League. Nel 2024 il percorso è infatti culminato con la vittoria proprio dell’Europa League contro il Bayer Leverkusen, certificando (se mai ce ne fosse bisogno) lo status dell’Atalanta. Lo stesso anno è però stato sorprendente anche per il cammino di Bologna, Bayer Leverkusen e Girona. La squadra dell’allora allenatore Thiago Motta ha raggiunto la qualificazione in Champions League dopo 60 anni dall’ultima volta. I tedeschi e gli spagnoli sono invece entrati nella storia in altro modo. Il Bayer ha vinto per la prima volta la Bundesliga; il Girona ha trovato la prima qualificazione in Champions. E ora è il turno del Nottingham Forest?
Nuno Espirito Santo e la sua squadra sperano ovviamente che, questa volta, possa toccare al Nottingham. Una qualificazione in Champions sarebbe inaspettata quanto clamorosa dato il momento che sta vivendo la Premier League. Forse è però proprio questo che i Tricky Trees stanno sfruttando. Il Manchester United e il Tottenham sono in netta difficoltà e il Manchester City non è certo quello degli ultimi anni. Il Nottingham – quindi – si sta inserendo in questa lotta alla Champions e, come dicevamo in precedenza, le dinamiche nel calcio sono tante. Questa è una di quelle e uno dei motivi per cui ci saranno sempre più dei Davide all’interno dei campionati: il momento dei club. Saper sfruttare i giusti periodi per approfittarne e provare a entrare nella storia. Come il Leicester nel 2016, l’Atalanta nel 2017 e il Bologna, il Bayer o il Girona nel 2024. Dei punti in comune, come dicevamo, ci sono tra queste squadre. Il Leicester di Ranieri certamente prediligeva il calcio in verticale (46% di possesso palla quell’anno). L’Atalanta ha invece creato un gioco tutto suo che ormai è riconoscibile ovunque (50.03% di possesso palla nel 2016-2017). Bologna (57.87% possesso palla), Bayer (61.8% possesso palla) e Girona (56.9 possesso palla) avevano infine un gioco certamente più moderno implementato sulla costruzione dal basso e sul pressing a uomo. Le analogie poi ci sono anche per quanto riguarda i gol fatti e subiti: 68 gol fatti e 36 subiti per il Leicester (32 diff. reti), 54 gol fatti e 32 subiti per il Bologna (22 diff. reti), 85 gol fatti e 46 subiti per il Girona (39 diff. reti) e 62 gol fatti e 41 subiti per l’Atalanta (21 diff.reti). Un po’ più staccata la squadra di Xabi Alonso che ha letteralmente dominato in Bundesliga: 89 gol fatti e 24 subiti (65 diff. reti). Anche il fattore dei 5 cambi – inoltre – è stato un punto chiave (Leicester e Atalanta avevano 3 sostituzioni all’epoca). A dimostrazione di questo dato, c’è il fatto che il Bologna a marzo 2024 aveva guadagnato 15 punti da situazione di svantaggio (più di chiunque altro club in Serie A insieme al Napoli).
Questo certifica il fatto che il calcio sta cambiando e si sta evolvendo. La costruzione del basso è ormai un mantra di questo sport ma con le giuste idee e il lavoro quotidiano, anche le squadre meno forti a livello tecnico riescono a sopperire a questi limiti (come era stato per il Bologna l’anno scorso). La fisicità inoltre sta diventando una caratteristica fondamentale di questo calcio e per questo motivo, avere i giocatori giusti, con determinate qualità, nei ruoli adatti della squadra, può fare la differenza. Ma non è tutto. Negli ultimi anni si può capire come attaccare o difendere al meglio il tuo avversario. Come? Grazie ai dati, allo studio, alle statistiche e ai match analyst che sono ormai diventati fondamentali all’interno dei club. Il segreto quindi è forse proprio questo. Tante piccole cose che stanno cambiando nel calcio e che permettono a squadre che non hanno capacità economiche come quelle delle big, di raggiungere il loro livello attraverso altri percorsi che non riguardano solo ed esclusivamente il denaro.
Questo sport sta infatti inevitabilmente andando verso una direzione e di pari passo alla vita quotidiana che sta mutando velocemente. Chi riesce ad adattarsi nel più breve tempo possibile a questi cambiamenti repentini, allora ha grandi possibilità di fare stagioni come Leicester, Atalanta, Bologna, Bayer e Girona. Perché di stagioni nel calcio se ne giocano tante, ma verranno ricordate da tutti solo quelle in cui entri a far parte di una (e della) storia, positiva o negativa che sia. Poi è ovvio: la salute della squadra, il gruppo, lo spogliatoio, il calendario e la fortuna sono punti cardine di questo cammino, ma a club come il Nottingham interessa poco. Stare in alto è l’ambizione più bella, adesso sta al Forest “decidere” se entrare, o meno, nella storia.
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