Categories: Interviste e Storie

Normalizzare per rincorrere l’Europa: restyling-Pioli, la rinascita dell’Inter in sei punti

Pioli mette la sesta. Marcia e vittoria consecutiva. Inter a passo di Champions, la rincorsa continua. Capitolo sei di un libro tutto neroazzurro. Nuovo corso Inter, ma come ha fatto Pioli? De Boer, con la stessa rosa, tranne qualche piccola modifica, era a metà classifica, ad un passo dall’eliminazione in Europa League e non dava l’impressione di riuscire ad avere completamente il polso della situazione. Cambi allenatore e passa tutto? Pioli docet, con un parola: normalità. Il normalizzatore sta facendo benissimo, sei partite, sei “pioli” della scala Champions.

  1. Dialogo: l’importanza della lingua. L’italiano, nonostante uno spogliatoio decisamente poliglotta, per farsi capire da tutti. E, quindi, per riuscire a parlare con tutti. La preparazione di Pioli è nota, così come la sua idea di calcio, ma la cosa che più traspare in questi due mesi di Inter è la capacità di farsi ascoltare dai suoi giocatori. Dialogo e fiducia, insieme per ripartire.
  2. Difesa: Samuel e focus sulla fase difensiva. Comanda Miranda, gli altri ascoltano. La difesa si blinda grazie al portiere e ad una ottima organizzazione: Handanovic e allenamenti intensivi per i difensori. Risalire la china, incassando meno in partita e subendo meno gol. Nelle sei vittorie consecutive, si possono contare quattro reti inviolate. Due gol subiti, dodici segnati. Quando funziona la difesa, anche l’attacco è più attivo.
  3. Modulo: 4-2-3-1 e da lì non ci si muove. “Recitare” la formazione per dare conitnuità al lavoro iniziato: Handanovic; D’Ambrosio, Murillo, Miranda, Ansaldi; Gagliardini/Kondogbia, Brozovic; Candreva, Joao Mario/Banega, Perisic; Icardi. Tredici titolari fissi, con il centrocampo diventato ora perno dell’Inter e non più zona zoppicante. “Normalizzando” Banega, alternandolo con Joao Mario. Quello dei due parte fuori, poi, quando entra spacca la partita, come insegna Palermo-Inter. Meno muscoli, più qualità, lì e sulle fasce, con Candreva e Perisic imprescinidbili. E Gabigol? Arriverà il suo momento.
  4. San Siro: nuova fortezza, l’Inter in casa è tornata a vincere e a convincere. Otto gol segnati nelle sei vittorie consecutive, uno subito. L’attacco funziona, Icardi segna praticamente sempre e l’Inter, finalmente, vola in casa. E in trasferta, il ruolino, è identico come risultati, meno come gol segnati. E alla prossima c’è il Pescara, per prolungare l’imbattibilità interna.
  5. Gruppo: tutti giocano, chi più, chi meno. Eder, Palacio, Gabigol: ognuno ha avuto (e avrà) la sua chance per dimostrare di valere l’Inter. Dare importanza a tutti per responsabilizzarli: così Pioli ha permesso al gruppo di prevalere sul singolo. Qualcuno dice “Icardi più altri dieci”, il capitano è imprescindibile: quindici gol in campionato, capocannoniere della Serie A e talento luminosissimo dell’Inter di Pioli. Ma soprattutto, il gruppo c’è. E si vede: non solo parole, ma fatti.
  6. Mercato: tre nomi. Melo, Jovetic e Gagliardini. Via i primi due, dentro il terzo. Tuttocampista, italiano e giovane: il nuovo corso Inter parte anche da lui. Dimenticando il brasiliano e il montenegrino, corpi estranei sia con de Boer che con Pioli, ceduti per accontentare l’allenatore: organico ridotto, pochi elementi ma giovani, affidabili e forti. Come, appunto, Gagliardini: “Ho cinque titolari a centrocampo“, lui è uno di quelli. Tre partite in nerazzurro-Inter e la sensazione di essere a Milano da sempre. Così, Pioli, si è preso l’Inter.
Edoardo Marcarini

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