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“Non mi piacevano le regole”. Herrera, la pelliccia, le pistole: tanti auguri a Gianfranco Zigoni

“Zigo” non è mai stato un tipo…normale. Limitarlo è ed era impossibile, descriverlo completamente forse nemmeno. Però Zigo è Zigo, la storia di Verona, idolatrato come un Dio. L’uomo della risalita dopo la retrocessione d’ufficio per illecito sportivo, l’uomo che più di tutti ha incarnato lo spirito da combattente di una città intera.

“NON MI PIACCIONO LE REGOLE”

Ci risiamo. Le regole, come i difensori, non lo fermavano in campo. Limitazioni, restrizioni non hanno mai fatto per lui, Zigo, simbolo del calcio che oggi non c’è più. Dei capelli corti alla Juventus, delle imposizioni di spogliatoio e…di qualche testa un po’ calda che decide di invertire la tendenza tra eccessi e comportamenti particolari. “Oggi però non giocherei, mi lascerebbero fuori. Non credo mi adeguerei, non mi piace allenarmi, la vita è breve, mi piace stare nell’ozio”. Poeta, seriamente. “Mi piace scrivere, guardare le stelle. Però giravo con le pistole perchè mi piacciono i cowboy”.

“BEST MI COPIAVA”

Best, George. Sì, proprio lui. “Best? Peccato che sia morto, per anni ha cercato di
copiarmi. Io non ho mai finto nella mia vita, io ero così”. Eccentrico, sincero, verissimo. Con un microfono puntato alla bocca, con un pallone tra i piedi o con una pelliccia…in panchina: “Valcareggi non mi fece giocare titolare, io mi misi la pelliccia. Faceva anche freddo, ma era una cosa goliardica”. Quelle cose che a pensarci, oggi, non puoi non sorridere. La sua parlata tranquilla, la sua cadenza veneta così marcata e che, insieme al suo talento, ha fatto innamorare Verona. Interista e torinista da bambino, veronese e juventino da calciatore: vita e carriera double face, Zigo mai banale e sempre al centro delle chiacchere.

“NOI CALCIATORI SIAMO TUTTI STR****I”

“Heriberto Herrera? Non vorrei definirlo un dittatore ma quasi. Lui voleva sempre vincere e
noi calciatori siamo tutti str***i. Lo scudetto del ’67, quello
conquistato all’ultima giornata è merito suo. Noi avevamo già mollato,
lui no. Una sera, dopo aver giocato in coppa Campioni, quella di allora, mica la
coppetta di adesso, contro l’Olympiakos, Heriberto bussa, entra in
camera e mi assesta un pugno sullo stomaco”. Schermaglie allenatore-giocatore, d’altronde con Gianfranco Zigoni come si faceva ad annoiarsi? Per lui che: “Forse sono arrivato a dare il 30 per cento. Per essere al top devi essere atleta, a me piace l’atletica…piace guardarla”. E per lui che, nonostante ciò, quando gli chiesero di Higuain disse: “Io ero di un altro pianeta”. Chi l’ha visto giocare l’ha ammirato, tra i paragoni con Pelè e la voglia di spaccare tutto. Nonostante gli eccessi, nonostante la totale allergia alle regole, gli si vuole sempre bene. E oggi sono 73.

Tanti auguri Zigo.

Edoardo Marcarini

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