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“Non festeggio, ho fatto solo il mio dovere”. Carlo Okaka racconta Stefano: “La Premier è il suo calcio, e pensare che stava per andare in Cina…”

“Non c’è da festeggiare nulla, ho fatto solo il mio dovere”. La firma in calce è di Stefano Okaka. I riflettori? Anche
quelli! Del resto, come potrebbe essere altrimenti… Watford-Everton l’ha decisa lui. Senza se e senza ma. Un colpo di
tacco da antologia per sbloccare il risultato e un colpo di testa preciso per
calare il tris e regalare a Mazzarri
un favoloso settimo posto in classifica. L’infortunio? Alle spalle, adesso
Stefano si gode il momento e raccoglie i frutti di un duro lavoro svolto nel
freddo di un’infermeria. “Ho vissuto quei
momenti difficili insieme a lui
– racconta il fratello-procuratore Carlo ai
microfoni di GianlucadiMarzio.comallenamento e cure mediche, allenamento e
cure mediche. In silenzio e a testa bassa. Psicologicamente non è stato per
nulla facile, Stefano si è sempre trovato in tutti gli anni nelle situazioni in
cui doveva dimostrare il suo valore nonostante lo avessero scelto per le sue
qualità. Arrivato a Watford si è subito infortunato, ma non ha mai mollato. Mi
ha sempre detto ‘non ti preoccupare, il
mio momento arriva’
. Devo dire che aveva ragione
”.

Un rapporto schietto
e sincero, un legame tra fratelli che va oltre il ruolo di procuratore. Per un
momento, però, Carlo sveste i panni di familiare e, alzando il tono della voce,
mette in chiaro alcune cose: “Stefano è sempre stato un giocatore di
livello internazionale, cosa che spesso è stata dimenticata
. Ha fatto bene alla Samp, con l’Anderlecht ha segnato 17 gol ma di lui non se ne è mai parlato. Oggi, ecco che
il mio telefono squilla in continuazione. Così non va bene. Le potenzialità e
la forza di Stefano sono indiscusse. Andando a ritroso nel tempo, si scopre che
lui è sempre uno che deve ripartire da zero: bene, non capisco il perché.
Sarebbe bello che si tenesse in considerazione non solo quello che Stefano è, ma
anche quello che è stato, perché molto spesso si tende a dimenticarlo. Oggi ha
fatto un gol di tacco pazzesco in Premier
League
, cosa c’è ancora da dire?
”.

Poco, vista la bellezza e l’eleganza
del gesto tecnico. Everton annichilito e Watford in Paradiso, sospeso in quel
dolce limbo che profuma di Europa League:
Il calcio è una macchina un po’ strana.
Ho iniziato a leggere di un Watford che pensa all’Europa, ma bisogna tenere i
piedi per terra
– continua Carlo Okaka – bastano due tre settimane per ritrovarsi nella parte destra della
classifica. L’obiettivo del Watford resta la salvezza, il calcio è bello ma
fare pronostici non ha senso. Secondo una mia personale opinione, se Stefano sta così, potranno fare un
campionato al di sopra delle aspettative
”.

I gol come lampada di
Aladino, basta segnare un po’ per poter esprimere il desiderio… della Nazionale: “Stefano è entrato in una maturità tale secondo cui, facendo bene il suo
lavoro, il resto viene da sé. La convocazione in azzurro è una conseguenza
delle sue prestazioni, se si comporta da Stefano Okaka, l’azzurro arriverà
”. E pensare che Stefano, a Watford, non ci sarebbe nemmeno dovuto andare: “E’ vero, in estate lo Jiangsu Suning ci ha cercato,
Stefano però non era convinto di andare. Non ne faceva una questione economica,
bensì di… qualità di campionato. Prima di pendere una decisione del genere ci
ha pensato molto. Alla fine abbiamo deciso di andare avanti con la trattativa
per tanti piccoli fattori ma, per motivi che ancora non conosciamo, tutto è
saltato. L’opzione Watford è arrivata gli ultimi dieci giorni di mercato,
Stefano appena ha sentito Premier non ha potuto dire di no. La Premier è il suo calcio, né più né meno
”.
E oggi, a Vicarage Road, Ronald Koeman se ne sarà accorto…

Ernesto Branca

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