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La Lucchese nelle mani di Nobile, specialista in… rigori: “Ne ho parati 12 in due stagioni: vi svelo il mio segreto”

Il rigore, si sa, è questione di tecnica e di testa. Bisogna avere freddezza, carattere. Vincere il duello psicologico con l’avversario. Non è facile segnarlo. Ma pararlo è ancora più difficile. Ed avere un para-rigori in squadra non fa mai male. In Serie A c’è Handanovic, che tra Udinese ed Inter ha fatto piangere tanti attaccanti. Più giù c’è Emmanuele Tommaso Nobile, attuale portiere della Lucchese. Classe ’96 di 1 metro e 95, ed il record di 12 rigori parati negli ultimi due anni. “E’ la mia specialità – racconta Nobile a GianlucaDiMarzio.com – Due anni fa ne ho parati 5 in Serie D con la Sarnese, l’anno scorso addirittura 7 con il Matelica. Il mio segreto? Aspetto fino all’ultimo il movimento dell’attaccante, senza fargli capire dove ho intenzione di buttarmi. L’anno scorso, per questo motivo, mi hanno soprannominato il Neuer di Matelica, anche perché il portiere del Bayern Monaco è il mio idolo”. Quest’anno, però, non gli è andata bene nell’unica occasione in cui si è ritrovato a fronteggiare un calcio di rigore. “Ma lo tirava Moscardelli, non un calciatore qualunque. Lui ha grande esperienza, io sono un giovane. Ha aspettato fino all’ultimo, poi ha cambiato lato e mi ha spiazzato”.

A suon di rigori parati, però, si è guadagnato un’occasione importante tra i professionisti. Ed ora è il portiere titolare della Lucchese di Galderisi: “Eppure la mia stagione non è iniziata benissimo, ho fatto qualche errore in precampionato. Poi il portiere titolare si è fatto male ed ho avuto la mia occasione, dimostrando che ero pronto per la categoria. Ed ora Galderisi mi sta dando fiducia e sono tra i migliori calciatori della squadra”. La Lucchese non perde da 9 partite, è in piena zona play-off ed è ormai una delle più belle realtà del girone A di Lega Pro. “Obiettivo? Arrivare quanto più in alto possibile. Siamo un bel gruppo, ogni partita combattiamo per portare a casa i tre punti. Poi Galderisi sta facendo un gran lavoro, soprattutto per mantenere armonia nella squadra. E’ uno di noi, ride e scherza con tutti. Soprattutto con i più giovani come me”.

Insomma, ora Nobile sogna con la Lucchese e si sta mettendo in mostra come una delle grandi sorprese della squadra rossonera. Eppure, inizialmente, la sua collocazione in campo era del tutto diversa. “Da bambino giocavo ala sinistra – racconta – ma il mio allenatore Ciro Caruso (ex calciatore del Napoli, ndr) mi disse che per il fisico che avevo dovevo iniziare a giocare in porta. E fu una grande intuizione, perché poi sono migliorato di anno in anno”. Dalle scuole calcio in giro per la provincia di Napoli al Melfi in Lega Pro Seconda Divisione: “Facevo la Berretti ma lì ho capito che potevo fare il calciatore. Poi le due stagioni in Serie D alla Sarnese e al Matelica mi hanno permesso di mettermi in mostra e di fare il salto in Lega Pro”. E per il futuro? “Il mio procuratore gestisce la situazione, so che c’è stata qualche chiamata ma non vuol dirmi da quale squadra perché ha paura che mi monti la testa”, ci racconta con una risata.

Dalle scuole calcio della periferia di Napoli alla Lega Pro, passando per il dilettantismo. Perché a volte fare la gavetta non significa soltanto crescere nei settori giovanili dei grandi club. Nobile, ad appena 20 anni, sogna un altro salto, dalla Lega Pro al grande calcio: con quella fama di para-rigori conquistata sul campo.

Mario Lubrano

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