Ci sono treni da prendere al volo. Occasioni. Specie se “blu scuro” e intrisi di milioni. “Biglietto, prego”. E via in carrozza. Comodo, comodo. I sedili del PSG non sono male. Vero, Ben Arfa? “Verissimo”. Prima enfant terrible, oggi ragazzo a posto e maturato. Ma sempre talentuoso. Perché quel vizio non l’ha mai perso. Adieu Nizza. E grazie davvero: “Devo tutto alla squadra e ai giocatori”. Ora Parigi, uno di quei treni da non perdere. Difficile scegliere la destinazione: “Mi volevano 18 squadre, ho dovuto fare una cernita”. Strascichi di presunzione? Stavolta no. Ci crediamo Hatem, tranquillo.
Perché la stagione scorsa parla chiaro: 17 gol, 6 assist. Continuità e rinascita come chiavi di volta del successo. Fatti, parole che il tempo aveva sbiadito, ma mai oscurato. Prima l’OL, poi l’OM. Con tappa a Newcastle. Su e giù lungo l’altalena del talento: “Il mio percorso è stato un saliscendi. Sono salito in fretta, poi sono caduto in picchiata”. Colpi di genio e “colpi di testa”. Litigi, discussioni e battibecchi. Da Deschamps a Gerets: “Ben Arfa? Un talento sprecato”. E ancora: “E’ quel tipo di giocatore che mette gli allenatori nella merda”. Parole, altre. Stavolta più forti, taglienti. Ora il PSG, l’Everest di Francia per stupire tutti e dimostrare di essere “cresciuto”.
La grande occasione. Magari l’ultima, chissà. A quasi 30 anni è lecito pensarlo. O forse c’è altro. Forse sì. Perché quando sei lassù, tra i top, le luci son più forti. Come i giudizi. Continuità e rinascita 2.0, serviranno ancora. Lo chiamavano “ciccione”. Lo spedivano “tra le riserve”. Gli dicevano che “col calcio avrebbe chiuso”. Lui “pensò di mollare”. Poi arrivò il Nizza di Claude Puel: “Chiamai Ben Arfa personalmente”. Hatem prende e parte, senza pensarci. Una scommessa. Altra parola chiave della sua vita, l’ennesima. Arriva, prende la 9m stupisce, incanta, fa gol. Si porta dietro anche Sevaistre, il regista che lo segue ogni giorno per raccontare il film sulla sua vita. “Salite, discese, successi, fallimenti. Voglio raccontare tutto”. Compresi Nietzsche ed Oscar Wilde, le sue passioni letterarie: “Sono autori che ti aprono la mente”. Un po’ come lui, che in un campo vede spazi che altri non vedono. Lo ha sempre fatto, lo farà ancora.
In Costa Azzurra è tempo di rivalsa. Si reinventa attaccante, segna gol d’autore, slolomeggia tra i difensori e porta il Nizza al quarto posto. Lega l’eleganza del sinistro alla perfezione del suo gioco. Emulando l’idolo Sivori. Marachelle? Neanche l’ombra stavolta, scommessa vinta. “In carrozza, il treno sta partendo”. Ben Arfa è salito per primo. Comodo, comodo. Come mai prima d’ora. Bienvenue à Paris.
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