Leggi Nino Marcelli e pensi subito a un ragazzo del sud Italia. Nino, invece, nasce a Bratislava, gioca nello Slovan e in Champions League segna contro il Milan.
Il suo nome, scelto dai genitori visto le sue lontane origini italiche (il suo bis-bisnonno era italiano), può trarre in inganno: Nino è slovacco al 100%, con un percorso già ben consolidato nelle giovanili della Nazionale e con il ct Calzona che lo tiene sott’occhio: “Al momento – ha confidato ai microfoni di Gianlucadimarzio.com il suo agente Juraj Venglos – meglio che giochi nell’Under 21 piuttosto che in restare in panchina con i più grandi. In estate c’è anche l’Europeo di categoria in Slovacchia”.
Oltre a far gol al Milan, c’è un’altra cosa che lo lega ai rossoneri: il calciomercato. In estate, come ci ha raccontato il suo procuratore, è arrivata un’offerta: “Non dirò le cifre, però c’è stato un interesse, dei meeting. Forse era troppo presto e non c’è stato un accordo tra i club. Lui è giovane, uno dei migliori talenti in Slovacchia, ma allo Slovan può giocare regolarmente per essere pronto al grande salto. Preferisce fare così”. Ritorno di fiamma dopo la rete in Champions League? Forse: “Non dirò nulla… (ride, ndr) Dovete chiedere a quelli del Milan…“
Ma, oltre al nome italianeggiante, cosa ha di così speciale Nino Marcelli? Classe 2005, esordisce in Champions prima che in campionato, a 18 anni, come tanti grandi della storia (De Rossi, Crisitano Ronaldo, Foden), e sta ancora studiando per finire le scuole superiori. La mattina sui banchi di scuola, la sera in campo: può giocare in tutte le posizioni offensive, anche come 10 o 9, ma il suo ruolo preferito è l’ala. Scoperto a dodici anni in una piccola squadra di Karlova Ves, quartiere della capitale Bratislava, nelle giovanili del club si è sempre messo in luce giocando con quelli di un anno più grandi.
Con l’Italia ha un’altra connessione: la Roma. Grazie all’amicizia tra il suo agente e Morgan De Sanctis, Nino ha vissuto un’esperienza di calcio a Trigoria quando l’ex portiere era nella dirigenza giallorossa: “Non un vero e proprio provino”. Stesso discorso con il Villarreal, in piena adolescenza. Poi qualche problema muscolare legato alla crescita che gli impedisce di giocare per quattro mesi di fila. Chissà se si sarebbe mai immaginato di entrare nei radar di una delle squadre più importanti in Europa.
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