Dopo l’eliminazione al primo turno all’Europeo U21 lo scorso giugno, Paolo Nicolato ha lasciato l’incarico di ct dell’U21, complici anche alcune divergenze con Mancini.
“Ha pagato alcune divergenze con Mancini? Non lo so, può darsi. C’era bisogno di un allenatore che condividesse in pieno il tipo di gestione che si andava a prospettare. Non ci sono stati contrasti, ma c’erano idee non del tutto simili. Non ero sulla stessa linea, essere coerente per me è importante”, così l’ex ct degli azzurrini al Corriere della Sera.
Prosegue il 56enne di Lonigo: “Per me si arriva in Nazionale maggiore con un po’ troppa facilità. Non è un messaggio che condivido in pieno: può essere pericoloso. Non è facile gestire i ragazzi che fanno il passaggio tra i grandi e poi tornano in Under 21: inconsciamente gli obiettivi cambiano. La sensazione di arrivare in prima squadra con una certa velocità credo sia sbagliata. La convocazione per me è un fatto serio, frutto di un percorso, di un merito: non di un’età”.
Nicolato ha poi spiegato il suo punto di vista: “Per me la Nazionale non è un club e la U20 e U21 non possono essere trattate come una Primavera di A: le dinamiche sono diverse, le competizioni pesano e c’è poco tempo per lavorare. Condivido poco il fatto di giocare allo stesso modo della prima squadra: ogni annata è diversa e bisogna tirare fuori il meglio dai calciatori. Legarsi agli schemi mi pare fuori logica”.
L’INTERVISTA COMPLETA NELL’EDIZIONE ODIERNA DEL CORRIERE DELLA SERA
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