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Nick Candy, chi è il miliardario che vuole comprare il Chelsea

Negli scorsi giorni Roman Abramovich (al quale, è notizia dell’ultima ora. il governo britannico ha congelato i beni), ha annunciato di aver messo in vendita il Chelsea. Tra i vari nomi che sono stati fatti negli ultimi giorni, quello che risulta il più accreditato per raccogliere il testimone sembra essere quello di Nick Candy. Britannico, classe 1973, dal patrimonio stimato di un miliardo e mezzo di sterline, chi è il possibile futuro proprietario del Chelsea?

Blues da quando ha 4 anni, ha fatto i miliardi nell’immobiliare

Nick Candy è nato nel 1973 a Wimbledon, a sud di Londra, laureatosi in Geografia antropica (Human Geography) all’Università di Reading, deve la sua fortuna al settore immobiliare. Assieme al fratello Christian, infatti, nel 1999 ha fondato la Candy & Candy, (della quale è CEO), con la quale gestiscono e possiedono appartamenti di lusso. Il loro patrimonio stimato sembra essere attorno al miliardo e mezzo di sterline, secondo il Daily Mail.

Ma a differenza di altri miliardari, che guardano al calcio solo da un punto di vista del marketing, per Nick Candy si aggiunge anche una questione di cuore. Infatti, sin dall’età di quattro anni il miliardario ha iniziato a seguire il Chelsea a Stamford Bridge, accompagnato dal padre. 

Un nuovo Stamford Bridge e la ricerca di un consorzio

Ed è proprio lo stadio un punto centrale del piano di Candy. Già Abramovich notò come l’attuale Stamford Bridge non disponesse delle infrastrutture degne dei più grandi club europei, e nel 2015 annunciò un piano per un rinnovo della struttura, non rinnovato però nel 2018, a causa delle già allora presenti tensioni politiche tra Russia e Regno Unito. Candy vuole usufruire delle sue conoscenze e la sua capacità sul piano dell’immobiliare per aprire un nuovo progetto di riqualificazione dello stadio.

 

Candy, come riprotato da un suo portavoce all’agenzia PA, sta cercando partner per procedere all’acquisizione: “Qualsiasi offerta verrebbe fatta in collaborazione con un’altra parte, o un consorzio, e abbiamo un serio interesse da parte di diversi partner internazionali”. 

Redazione

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