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Muso duro, testa alta: a Wembley lezione di vita del Newcastle

Se un tifoso del Manchester United nel secondo tempo della finale di Carabao Cup avesse avuto un pacemaker, sarebbe saltato almeno 5 volte. Tutto è merito del Newcastle. Quello di Eddie Howe ha riportato nel nord est inglese un’atmosfera che non si vedeva da quando Shearer indossava lo sponsor della Newcastle Brown Ale. L’ultima finale dei Magpies risaliva a 24 anni fa. La sconfitta contro il Manchester United lascia l’amaro in bocca, a un passo dalla storia, ma anche la consapevolezza di rappresentare un popolo così eccentrico quanto meraviglioso. 

 

Questa squadra è nel mio sangue”

A dire il vero, quello spirito di cui parlavamo, sugli spalti non se ne era mai andato. St James’ Park in Championship era uguale a Wembley, dove per la prima volta sono tornati i posti in piedi in una finale. I tifosi del Newcastle avevano invaso Londra da giorni e hanno offerto uno spettacolo da brividi. Cori per 90 più recupero, compresa la coreografia con le bandierine all’ultimo minuto, quando ormai la coppa era andata. Sky Sports UK fuori da Wembley prima della partita aveva intervistato un supporter del Newcastle. È nervoso, sono 60 anni che lo tifa. Questa squadra è nel mio sangue”, dice mentre piange. Quelle lacrime che hanno visto le grandi notti europee sono le stesse che sono scese per le retrocessioni. 

 

Stavolta però il Newcastle è stato padrone di Wembley per gran parte del tempo. Subito pressione asfissiante e contrasti anni ’80. Anche più di una volta la partita è stata interrotta per risse e qualche spinta di troppo. Non manca però la tecnica, con Saint-Maximin che più volte ha fatto fare una passeggiata alla difesa del Manchester United.

Applausi per Karius

Una menzione d’onore va fatta a Loris Karius. Si è ritrovato lì per puro caso, l’espulsione di Pope e la legge che ha impedito a Dubravka di giocare. Non metteva i guantoni da due anni, ne erano passati 5 invece da quella maledetta finale contro il Real Madrid. In settimana non si è parlato d’altro, e lui ha risposto alla grande a tutte le critiche. Oggi sui due gol non poteva fare nulla. Ma ci sono almeno altre tre parate miracolose che hanno tenuto in piedi la squadra. Di cui una su Bruno Fernandes a cui nega il terzo gol che avrebbe chiuso la partita. 

 

 

Newcastle, il percorso giusto

Il muso duro in campo e la testa alta mentre si esce da quella che è stata una vera e propria battaglia. Se da una parte c’è un Manchester United che rinasce, dall’altra c’è un Newcastle che ha appena preso quel percorso. Di certo quel signore avrà pianto anche a fine partita, ma convinto che la sua squadra avesse onorato al meglio le sue lacrime. 

Filippo Rocchi

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