Beiranvand osserva i suoi guanti e non ci crede, chiude gli occhi e resta fermo, pietrificato. Abbraccia il pallone. Beiranvand ha 26 anni, ha appena parato un rigore a Cristiano Ronaldo e guarda i guanti. Perché lì dentro, tra ricordi e cartoline, c’è tutta la sua storia: l’impasto della pizza e la farina buona, quella che usava quando faceva il pizzaiolo tra i locali di Teheran. Vede il sapone per i vetri e le targhe delle macchine, memorizzate quando lavava i SUV e i loro finestrini. I pantaloni da cucire quando faceva il sarto. Nota le pietre, i sassi della sua terra, lanciati a 70 metri di distanza mentre cercava di colpire il cespuglio più lontano. Un passatempo che in Iran ha un nome ben preciso: Dal Paran. Beiranvand era il più bravo, quasi un fenomeno, gli tornerà utile nei rinvii.
Poi la strada, la polvere e infine suo padre, burbero nato, quello che da piccolo, quando Alireza preferiva il calcio al gregge di famiglia, gli strappava i guanti e al tempo stesso anche il suo sogno: “Dovevo parare a mani nude”. Oggi lo fa con guanti nuovi, mai logori, pronti a bloccare un rigore di Cristiano Ronaldo. Beiranvand è uno che si è guadagnato il rispetto degli astri e della vita. Scappò di casa a 16 anni, non aveva un soldo ma voleva diventare un bel portiere. Forse anche un attaccante, visto che da ragazzino giocava lì. Si fa prestare qualcosa dai parenti e va a Teheran, l’obiettivo è trovare un club che gli dia una chance.
Sull’autobus, per caso e dal nulla, incontra un allenatore che gli propone posto in squadra e rimborso spese. Lui accetta, ma è troppo poco, tant’è che si ritrova a dormire per strada. Un senzatetto. Un giorno si accorge che qualcuno gli ha lasciato anche dei soldi: “Pensavano fossi un mendicante! Almeno ho fatto una buona colazione”. Nel giro di pochi mesi cambia tutto: il Naft Tehran lo inserisce nelle giovanili, nel 2013 lo fa esordire in prima squadra e diventa professionista. Oggi gioca nel Persepolis (uno dei club più importanti dell’Iran), ha disputato un Mondiale da titolare e ha parato un rigore a CR7. L’Iran ha sfiorato l’impresa, ha pareggiato 1-1 contro i Campioni d’Europa “mangiandosi” perfino un gol alla fine. Un brivido. Storia e mito di una Nazione mistica, quasi nascosta e di cui si sa poco, ma che nonostante l’ermetismo (occidentale) regala momenti alla Beiranvand: il pastore/pizzaiolo che ha detto “no” a un Dio del pallone.
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