Sin dai primi calci ad un pallone ai tempi dell’Argentinos Juniors, Nehuen Perez è stato etichettato come il “predestinato” del calcio albiceleste.
Arriva all’Udinese con un carico di esperienza importante nonostante la giovane età, pronto a mettersi a disposizione di Luca Gotti in una piazza storicamente congeniale a giovani talenti in rampa di lancio.
I suoi inizi sono quelli di un bambino che a 5 anni si affaccia al mondo del calcio, ovvero nell’area di rigore, ma da attaccante. I suoi primi passi palla al piede lo vedono spadroneggiare sotto porta, merito anche delle sue doti fisiche che lo rendono tutt’oggi un giocatore dalla stazza imponente. Arretrato il proprio raggio d’azione a centrocampo, è arrivato ad occupare il ruolo di difensore centrale dimostrando sin da subito di poterci stare benissimo. Otamendi e Sergio Ramos i modelli dai quali trarre ispirazione, con l’argentino, insieme in svariate occasioni in nazionale, dal quale ha provato a “copiare i movimenti in campo“.
Fondamentale per Perez la vicinanza della famiglia, in particol modo del padre. “Sono fortunato ad avere mio padre, che parla sempre con me. Gli devo tutto quello che mi sta succedendo, perché da quando era piccolo si fidava di me e mi accompagnava sempre dappertutto”, le parole del difensore ai tempi dell’Argentinos Juniors.
Punto debole di Perez la propensione alla buona cucina, con il difensore che spesso e volentieri si lascia andare, a detta di chi lo ha allenato, a qualche spuntino di troppo. Ovviamente, da buon argentino, un asado è sempre ben accetto.
Lo sbarco nel calcio europeo è merito dell’Atletico Madrid che grazie alla propria rete di osservatori, lo scopre in Argentina nel 2018 decidendo di tesserarlo fino al 2024. Nonostante le ottime recensioni e le prove sul rettangolo di gioco, Perez resta in prestito all’Argentinos Juniors per un’altra stagione prima dell’approdo in Spagna. Le doti in fase difensiva non passano di certo inosservate a Simeone, che però decide di far fare all’argentino un po’ di esperienza altrove. In Portogallo, in una delle rose più giovani d’Europa, Perez contribuisce al capolavoro Famalicao, squadra tornata in Primeira Liga dopo 25 anni e in grado di piazzarsi al sesto posto, ad un passo dalla qualificazione ai preliminari di Europa League.
Il ritorno in Spagna è al Granada, ancora una volta con la formula del prestito, sintomo della volontà da parte dell’Atletico di non voler perdere il controllo del giocatore. Continuità che gli garantisce in forma minore il club spagnolo, ma comunque utile a Perez per proseguire nel suo percorso di crescita, in un’annata che lo vedrà collezionare 14 presenze.
Nel giro delle nazionali argentine minori con la trafila dall’Under 17 all’Under 23, il commissario tecnico albiceleste Lionel Scaloni lo ha già messo nel mirino: convocato in diverse occasioni, Perez non ha ancora fatto il suo esordio in nazionale maggiore, ma secondo molti addetti ai lavori è solo questione di tempo. L’Udinese può rappresentare il trampolino di lancio definitivo per lui, pronto a confermare sul campo quanto di buono si dice sul suo conto.
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