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Neerpede, il Viareggio da protagonista, la chiamata del Liverpool e ora il primo gol in A col Chievo: ecco Bastien, ragazzino riccioluto dal sorriso contagioso

Assist dalla destra di Castro, inserimento e stacco perfetto a superare Munoz con palla all’angolino sotto alla Sud, là dove Lamanna non è riuscito ad arrivare: eccola la prima goia in Serie A di Samuel Bastien, gioia che il talentino del Chievo Verona ha deciso di regalarsi così, nonostante un’altezza non proprio ai primi posti nell’elenco delle sue qualità. “Se mi aspettavo che il primo gol in A sarebbe arrivato in questo modo? Sono piccolo, ma salto in alto – racconta divertito Samuel dalla mixed zone del Ferraris, sorriso stampato in faccia e tanta emozione nel cuore – quando è arrivato il pallone sono saltato bene e ed è arrivato questo gol di testa”. Quello che ha premesso al Chievo di dare inizio alla rimonta sul Genoa, 1-2 finale a Marassi e striscia di cinque sconfitte consecutive finalmente alle spalle.

“E l’importante era questo” sottolinea Samuel: parole da grande, per chi è ancora piccolo piccolo. Di statura, già detto. Ma anche e soprattutto d’età, visti i suoi appena vent’anni: una storia tutta ancora da scrivere quella di Bastien. Le prime pagine? Tra le stradine di Meux, Belgio, dove un ragazzino dal sorriso contagioso inizia a dare i primi calci ad un pallone. Union Royale Namur, Standard Liège, la trafila nelle Giovanili di Samuel si chiude a Neerpede, centro sportivo sforna talenti dell’Anderlecht: da Tielemans a Fellaini, passando per Praet, Kums, Kompany e i due Lukaku, tanti i talenti di ieri e di oggi partiti dalla zona ovest della città. Cinque campi, due in costruzione, palestra con fotocellule per cronometrare gli scatti e uffici che danno tutti strategicamente sui campi: i primi passi – importanti – dietro ad un pallone Bastien li compie nel centro sportivo all’avanguardia dei Paars-wit, maglia bianco-malva sulle spalle.

Quella con la quale – stagione 2014/15 – trova anche il debutto in Pro Legue e in Coppa del Belgio. Ad attirargli gli occhi del mercato addosso, però, un Viareggio vissuto da autentico protagonista: Anderlecht che si arrende soltanto in finale contro il Milan di Inzaghi, e Avellino di Taccone e De Vito che gli mette gli occhi addosso. Velocità e capacità d’inserimento le qualità a far innamorare presidente e ds dei Lupi, connubio perfetto per far male alle difese avversarie: per strapparlo all’Anderlecht, però, da battere c’è la concorrenza di un certo Liverpool. Eh già, perché ad essersi accorti delle qualità di quel ragazzino riccioluto partito da Meux col sogno di diventare un calciatore sono anche i Reds: prestito con diritto di riscatto la formula dell’operazione imbastita però dall’Avellino. La Missione? Compiuta.

Driin, driin. “Qui c’est?”, “Le Liverpool. Nous voudrions Bastien”. La conversazione telefonica tra l’Anderlecht e il Liverpool, oggetto della discussione? L’avete capito dai. “Nous sommes desolés”. Samuel è già andato via, alla volta di Avellino. Perché il club del presidente Taccone ha bruciato tutti, anche il Liverpool. Con i media inglesi subito pronti ad attaccare i Reds, rei di aver perso un grande talento, che Samuel inizia a mettere mostra sul campo. Come? A suon di accelerazioni improvvise, serpentine e anche qualche gol: due quelli messi a segno maglia bianco verde sulle spalle. Di sinistro il primo in Italia contro il Brescia, per segnare al Cesena invece ha scelto un destro a incrociare da fuori area. Prime giocate, prime esultanze, che però non sono bastate a convincere l’Avellino a riscattare il giocatore.

Il resto è storia recente. A puntare su di lui è il Chievo, è lo scorso agosto: pochi giorni dopo la presentazione alla stampa. “Sono felice di essere qui, firmare con il Chievo è stata l’emozione più grande che potessi provare. – le prime parole del giocatore, che alla domanda sul suo posto in campo risponde – Posso giocare in tutte le posizioni a centrocampo, ma preferisco giocare dietro le punte”. Trequartista fantasioso, altruista e soprattutto duttile, che non gusta mai: tecnica, talento e nuove soluzioni al servizio del Chievo, grazie a quel ragazzino che preferisce ispirare piuttosto che incidere, ad eccezione di ieri: inserimento perfetto, stacco e colpo di testa per la prima gioia in Serie A di Samuel Bastien. “La dedica? Ai miei genitori – papà Patrick, insegnante di religione, e mamma Monique – e alla mia ragazza”. Sicuramente ieri incollati davanti alla televisione, a vedere esplodere il sorriso contagioso di Bastien.

Marco Bovicelli

Nato a Genova il 26 novembre del 1979, mi laureo nell'Università della mia città in Scienze della Formazione. Inizio a raccontare di pallone nel 2012 nella trasmissione "Goal Sera", sull'emittente ligure Telenord (anche se leggende metropolitane mi vogliono, microfono in mano davanti alla tv, a fare telecronache già all'età di cinque anni). Ho collaborato in qualità di redattore con fantagazzetta.it e ilpubblicista.it (testata online e cartacea con la quale lavoro tuttora). Giornalista pubblicista dal 2014, metto parole ed emozioni su Gianlucadimarzio.com dal novembre del 2013, per il quale ho iniziato seguendo quotidianamente la Sampdoria oltre a Genoa, Savona ed Entella. Sempre in viaggio, nella mia borsa non possono mancare penna, tablet e un buon libro.

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