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Nazionale, Ventura: “Iniziato un percorso importante. Conte? Inevitabili i paragoni con una figura così”

“Chiunque fosse arrivato dopo un ottimo Europeo, anche se non straordinario perchè non vinto, avrebbe dovuto scontrarsi con la figura che c’era prima e che aveva fatto un ottimo lavoro”. Parole di Gianpiero Ventura che ai microfoni di Sky Sport ha rilasciato un’intervista in cui ha spiegato che sul suo lavoro da ct non si aggira il ‘fantasma’ di Antonio Conte: “I paragoni non sono mai simpatici ma nel calcio ci stanno, ma la cosa che mi aveva lasciato perplesso è che si paragonava la qualificazione all’Europeo, frutto di 40 giorni di preparazione, alle qualificazioni al Mondiale, dove si lavora solo due o tre giorni insieme. Comunque sono soddisfatto di quanto fatto finora. Contro la Germania è scesa in campo uno squadra giovane e a Milano non abbiamo concesso niente. Non dimentichiamoci che l’ultima amichevole contro i tedeschi era finita 4-1 per loro”.

Tornando sui paragoni con Conte, Ventura ha aggiunto: “Credo che ogni allenatore debba essere se stesso. Io ho un legame indiretto con Conte, uno che risale ai tempi di Bari. Ma se un allenatore non ha idee proprie e non le trasmette con concretezza, viene scoperto subito. Sicuramente sono cambiato da quando sono alla guida della Nazionale. Sono consapevole delle difficoltà ma anche pieno d’entusiasmo. Abbiamo iniziato un percorso importante e non solo per la qualificazione al Mondiale, ma perché proprio il Mondiale possa diventare davvero importante per noi. Alcune situazioni non sono facili per motivi di tempo ma per quanto riguarda gli stage ho visto grande entusiasmo. Ne faremo altre tre o quattro”.

Ventura ha speso anche qualche parole su Francesco Totti e sulla possibilità che il numero 10 della Roma possa tornare a vestire l’azzurro: “Sinceramente, non so se lo possa gratificare. Non ha bisogno di una passerella finale. Totti è Totti. E’ come voler dare qualcosa a qualcuno che non ne ha bisogno. Per questo non mi è mai passato per la testa, ma penso nemmeno a lui sia mai venuto in mente. La sua è una carriera che va oltre la passerella”. Il ct azzurro è poi tornato sull’esclusione di Pellè: “Ha sbagliato perché in quel momento rappresentava l’Italia. Indossava la maglia azzurra, è stata una mancanza di rispetto nei confronti di quello che rappresenta, nei confronti dei compagni, dei tifosi e di quel gruppo che l’Europeo ci aveva lasciato in eredità. Belotti? Non è un’invenzione ma un giocatore in cui ho creduto da quando era a Palermo. Ho insistito con Cairo per portarlo al Torino ed è costato tanto. Oggi vale ancora di più e sono contento per il Torino, per lui e per la Nazionale”.

Redazione

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