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Napoli, il “mago” Spalletti e il ruolo che non c’è: da Perrotta a Raspadori (che ora fa la mezz’ala)

“Quando c’è umiltà e sacrificio per aiutare la squadra si può fare qualsiasi cosa”. Nelle parole di Luciano Spalletti c’è la formula vincente del suo Napoli. E anche di Jack Raspadori, protagonista in campo con la squadra ma anche fuori in questi mesi: le voci sull’arrivo che sembrava saltare in estate, i dubbi sull’investimento portato a termine dal club di De Laurentiis, la convivenza non facile in un attacco che ha dimostrato di saperne fare anche a meno, l’ex Sassuolo è stato un punto interrogativo nei primi mesi di stagione: spesso risolto col sorriso, come nelle serate di Champions con l’Ajax o con il suo gol che ha fatto impazzire il Maradona allo scadere, ma a volte anche rimandato “a settembre” per una prestazione che non aveva convinto.

 

 

Contro l’Antalyaspor Spalletti l’ha lanciato in campo mezz’ala: manca Zielinski in quella zona di campo e Jack si adatta, perché anche Piotr si spinge sulla linea offensiva ma non come fa il numero 81. Nelle maglie di Raspadori c’è tutto il suo essere: in azzurro ha scelto l’81 perché il vecchio 18 l’aveva preso il Cholito Simeone poco prima di lui, ma se lo sommi viene fuori un 9, quello indossato dagli attaccanti di area di rigore, il ruolo che Raspadori preferisce. In Nazionale, invece, Mancini gli affida la 10, un’investitura pesante per il ragazzo arrivato da Sassuolo con le stigmate del campione già pronto.

Raspadori mezz’ala: esperimento riuscito

Jack ha i numeri del centrocampista puro per i chilometri che fa, ma anche l’accelerazione dell’attaccante nella sua continuità in campo. Era un pensiero che avevamo da tempo e ci siamo tolti lo sfizio di vederlo anche lì: la risposta è stata positiva e siamo molto contenti” ha detto Spalletti dopo la prima amichevole azzurra in Turchia. Parte mezz’ala, sì, ma in realtà la partita di Raspadori è tutt’altro che in mezzo al campo: sale e attacca a sinistra quando Kvaratskhelia gli lascia spazio, si accentra a formare un 4-2-3-1 quando il georgiano si allarga sull’esterno. La difesa dell’Antalyaspor ci capisce poco e infatti i gol passano tutti da lui: la doppietta e l’assist per Politano partono dal suo destro.

Raspadori ma non solo: le “invenzioni” di Spalletti

 

 

Spalletti è uno che di numeri e ruoli se ne intende: un mago che a Napoli, per non allontanarci troppo, ha saputo mettere Lobotka al centro del Villaggio azzurro. Era un incursore in difficoltà, oggi i numeri dicono che tra i migliori registi europei c’è anche il suo nome. Aveva fatto lo stesso con Pizarro alla Roma o con Brozovic all’Inter qualche anno fa. In giallorosso s’era inventato anche Perrotta dietro la punta che non c’era, o meglio era Totti, il numero 10 che però sembrava un 9 più funzionale degli altri. E con il Napoli che in attacco ha tante certezze – Osimhen intoccabile, Simeone sempre pronto – Raspadori deve fare più di una valigia per trovare spazio. Non è un problema, conquistarsi un posto nel Napoli è sempre stato il suo primo obiettivo. Anche disposto a fare la mezz’ala, se serve: un’arma in più per la seconda parte di stagione.

Gennaro Arpaia

Nato a Napoli giusto in tempo per salutare Maradona. Il calcio non è stato il primo amore perché alle partitelle tra amici non venivo mai scelto a causa della mia non-classe innata. L'idea fu quella di ritagliarsi uno spazio alternativo, provando a raccontarle. E dopo qualche anno ne ho raccontate tante in giro qua e là. Amo lo sport, le sue storie, gli occhi di chi lo ama. Con Gianlucadimarzio.com dal 2019.

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