Sulle
colonne de Il Mattino parla Faouzi Ghoulam. Tanti gli argomenti
trattati dal calciatore: l’infortunio ovviamente ma anche il momento
del Napoli e quel rapporto così speciale con la città. Minuto 30
del primo tempo della gara col City, un momento ben impresso nella
mente dell’algerino: “È quando mi sono fatto male, è quando ho
sentito un dolore dietro la coscia e ho capito che non era una cosa
di poco conto”. Il Napoli sembra in calo proprio da quando lui non
è più in campo: “Non è così. È solo un momento no. È successo
semplicemente che noi eravamo convinti di poter battere il
Manchester, di poter riuscire a superare il turno e che quel ko in
casa ha avuto un certo effetto sulle nostre prestazioni. Adesso però
io vedo una squadra che sta dando il massimo e che è solo poco
fortunata”
La
stanchezza sembra un fattore determinante nel Napoli attuale: “Può
darsi. Si gioca tanto, in mezzo ci sono state pure le gare con le
nazionali. Insomma, non è facile recuperare le energie ogni volta,
servirebbe allenarsi ma tempo non ce ne sta mai”. Dopo l’uscita
dalla Champions, da febbraio sarà Europa League: “Non snobbiamo
nulla, perché tutte le volte che lo abbiamo fatto in passato abbiamo
rimediato brutte figure. E per crescere noi affronteremo il Lipsia
come se fosse una finale.Anche se è solo il sedicesimo di Europa
League».
“Io
il più forte esterno sinistro d’Europa? Il mister lo dice perché
sa di farmi contento. Io devo tanto a lui come devo tanto a Benitez
perché Rafa mi ha scelto e mi ha portato qui. Il tecnico spagnolo mi
ha liberato,mi ha insegnato a fare la fase offensiva, Sarri mi ha
disciplinato tatticamente in quella difensiva. Se sono diventato il
giocatore che vedete lo devo a loro due. Ma non solo… anche a due
giocatori come Lorenzo Insigne e Marek Hamsik. Giocare nella loro
stessa zona di campo renderebbe la vita una favola a chiunque. Pochi
giorni fa ha rinnovato mettendo fine a tante voci. “Avevo deciso da
tempo di restare a Napoli, tutti sapevano che io non ho mai pensato
di andare via”. Tentazioni? Nessuna: “Napoli è una città che dà
tanto al calcio e ai giocatori. Per esempio, quando un giocatore si
fa male, quasi esce fuori dal cuore dei tifosi, come se non esistesse
più. Succede ovunque, ma qui non è successo. E io ho capito quanto
la gente mi ama proprio in queste settimane in cui sono fermo. E io
da un posto così non sarei mai potuto andare via».
Poco
più di un mese fa quell’infortunio: “Mentalmente sono carico al
100 percento. Sono ottimista, sto bene…Ma non dico altro. Però
anche il modo con cui il dottor De Nicola mi sta seguendo è
straordinariamente unico:ci sono dei miei colleghi che in Francia
hanno subitolo stesso infortunio e non hanno le attenzioni,
professionali e umane, che il Napoli e lo staff medico mi stanno
dando”. Infine la chiosa su Maradona: “Io ho 10 fratelli, sono il
più piccolo ma per loro Diego è qualcosa di epico. Sì, siamo
algerini, quindi anche Zidane lo è. Ma Maradona è unico. Siamo
cresciuti con i gol del Pibe de oro nel Mondiale del Messico‘86
contro l’Inghilterra. Giocare al San Paolo,in quello che resterà
per sempre il suo stadio, per me è ancora una emozione unica”.
Il
resto dell’intervista la potete trovare in edicola.
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